Amnesty International Italia ha espresso il suo cordoglio per la morte di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano ucciso – come reso noto ieri dal presidente Usa Obama – nel gennaio 2015 insieme al cittadino americano Warren Weinstein nel corso di un’operazione antiterrorismo al confine tra Afghanistan e Pakistan.
“I gruppi armati che catturano e tengono in ostaggio civili si rendono autori di crimini di guerra. Si tratta di azioni riprovevoli e spregevoli, in particolare quando le persone sequestrate sono cooperanti, la cui missione è migliorare la vita delle comunità alle quali si dedicano e con cui vivono” – ha dichiarato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia.
“Bene ha fatto il presidente degli Usa Barack Obama ad assumersi le responsabilità dell’uccisione di Lo Porto e Weinstein. Ma questo non basta. È necessario fare piena chiarezza sull’attacco che ha causato la morte di Lo Porto e Weinstein e prendere i necessari provvedimenti giudiziari” – ha aggiunto Rufini.
Amnesty International denuncia da anni l’uso irresponsabile e illegale dei droni nelle operazioni antiterrorismo degli Usa in Pakistan e Afghanistan così come nello Yemen. Gli attacchi coi droni hanno causato numerose vittime civili e in alcuni casi hanno costituito veri e propri crimini di guerra.
Grazie alla segretezza che ancora avvolge il programma sui droni, l’amministrazione Usa ha licenza di uccidere senza controllo giudiziario e in violazione degli standard basilari sui diritti umani. È giunto il momento che gli Usa assicurino trasparenza e chiamino a rispondere i responsabili delle violazioni dei diritti umani che scaturiscono dagli attacchi coi droni.