Oggi 25 aprile, giorno della liberazione, visitiamo il Museo Storico della Liberazione di Roma in via Tasso 145, per ricordare uomini e donne che in balia di un sogno di libertà hanno saputo sfidare gli orrori dell’occupazione nazifascista ponendo le basi della nostra Costituzione, come ricorda con parole intrise di bellezza Piero Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.
L’edificio che ospita il museo venne utilizzato proprio come carcere dal Comando della Sicherheitdienst polizei, servizio segreto delle SS, organizzazione guidata dal tenente colonnello Herbert Kapper, nei mesi dell’occupazione nazista di Roma, dall’11 settembre del 1943 al 4 giugno del 1944.
Nelle celle di questo luogo del dolore migliaia di uomini e donne furono sottoposti a vigliacchi interrogatori, inaudite violenze e torture disumane prima di essere deportati o uccisi come accadde con molte vittime dell’ Eccidio delle Fosse Ardeatine.
I graffiti di disperazione, di preghiere, di speranza, di conteggi dei giorni trascorsi sulle pareti delle celle, sono le urla profonde di chi lotta contro il male, di chi sente malgrado l’oscurarsi del sole per via dei mattoni alle finestre che anche allora in quella condizione inumana era l’ora di credere, di resistere e di combattere in modo implacabile contro i propri carnefici, di farlo nel modo più umile, fino alla morte.
Il museo simbolo per la memoria della resistenza, luogo di libertà, di uguaglianza e di pace fu oggetto di un vile attentato di natura antisemita nella notte tra il 22 e il 23 novembre 1999.
Da Via Tasso un grido di speranza “sopravvivere liberi!”
Campagna nazionale per l’auto finanziamento.
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