Dopo la manifestazione di ieri che ha portato in strada centinaia di persone e diverse forze sociali, tra cui i musulmani moderati, altre ne sono previste per oggi e domani. La testimonianza di Simona Capocasale, responsabile in Tunisia per Gvc: “La società civile tunisina sta reagendo in maniera costruttiva”
ROMA – Sotto shock, ma non paralizzata. È così che Simona Capocasale, responsabile Paese in Tunisia per la ong bolognese Gvc, vede la popolazione tunisina a poche ore dall’attentato del 18 marzo al Museo del Bardo di Tunisi che ha provocato la morte di 22 persone, tra cui anche alcuni italiani, e ne ha ferite 42. Già ieri sera, in centinaia si sono ritrovati in viale Habib Bourguiba per manifestare contro il terrorismo. Tra loro, come racconta la cooperante, tanti cittadini ma anche forze sociali, come i musulmani moderati. “Un segnale importante”, dice. E racconta che altre manifestazioni sono state annunciate per oggi e domani. Ma soprattutto ricorda l’appello alla società civile tunisina e a quella internazionale lanciato dagli organizzatori del Forum Sociale Mondiale, che si terrà dal 24 al 28 marzo a Tunisi, per partecipare e non farsi annichilire dagli eventi.
“La notizia dell’attacco ci ha lasciati sbigottiti, tensioni ce ne sono sempre, anche attentati ma mai di questa portata e rivolti contro cittadini stranieri, turisti in particolare – racconta Capocasale, raggiunta a Tunisi via Skype – Ancora non è chiaro quali fossero gli obiettivi degli attentatori, ma è certo che la società civile tunisina non è rimasta attonita e sta reagendo in maniera costruttiva e positiva”. D’altra parte, è stata proprio la determinazione dei tunisini, all’indomani della Rivoluzione dei gelsomini del 2011, a far sì che il processo di democratizzazione potesse iniziare e il Paese non diventasse preda di derive estremiste o sprofondasse nel caos come accaduto altrove. “La popolazione è determinata a portare avanti questo processo e vuole rimanere aggrappata, con tutte le forze, all’opportunità che si è creata nel 2011 – spiega Capocasale – La rivoluzione, pur con tutte le sue difficoltà e contraddizioni, la vogliono portare avanti”.
Il Gvc è presente in Tunisia dal 2012 con progetti di sostegno del processo di democratizzazione attraverso il rafforzamento della società civile in vari ambiti. In particolare, sta portando avanti “Eco de femmes”, rivolto alle donne che vivono in zone rurali per favorirne l’emancipazione attraverso l’economia sociale. Un altro riguarda invece la libertà di espressione: Gvc ha contribuito alla creazione di 3 centri per la produzione e la diffusione di informazione da parte di giovani, in particolari donne. “Sono diventati centri di produzione di informazione libera che diffondono contenuti attraverso Facebook, reti sociali e Internet – racconta Capocasale – Uno si è specializzato sulla radio, un altro realizza video e il terzo promuove attività culturali e predilige i canali tradizionali di comunicazione. Tutti parteciperanno al Forum Sociale Mondiale, di cui faranno anche le coperture mediatiche”. Altri due progetti sono in fase di avvio: uno sulla governace per rafforzare la partecipazione della società civile ai processi decisionali e di sviluppo e uno sulla giustizia transizionale post rivoluzione per i crimini contro i diritti umani a partire dal 1955 a oggi. “Siamo attivi su più fronti ma con un obiettivo comune: accompagnare il processo di democratizzazione”, dice Capocasale.
Attualmente in Tunisia per Gvc sono presenti 3 cooperanti espatriati, oltre al personale locale, alcuni di stanza proprio nella capitale. Da ieri, tutti stanno seguendo i Protocolli di emergenza delle Nazioni Unite che prevedono di rimanere nella posizione in cui ci si trova al momento dell’allarme, limitare i movimenti e ridurre l’attività esterna. “È prematuro dire cosa accadrà domani – conclude Capocasale – Stiamo monitorando la situazione, con cautela per non mettere a rischio la sicurezza delle persone ma nell’ottica di riavviare i nostri progetti. E la settimana prossima saremo al Forum sociale mondiale”. (lp)