Nell’attacco al Museo del Bardo coinvolti anche turisti italiani. L’Isis avrebbe rivendicato l’attacco. La presidente Gvc onlus, presente in Tunisia con un progetto a sostegno delle donne: “I nostri operatori sono restati nei loro uffici. Per fortuna stanno bene”
ROMA – Strage al museo del Bardo di Tunisi: almeno 19 persone sono stati uccise da tre uomini armati di kalashnikov, asserragliati nell’edificio con in ostaggio decine di persone. Tra di loro ci sarebbero italiani, spagnoli, tedeschi e tunisini. 21 i feriti, di cui 8 italiani. Ma il bilancio è ancora provvisorio. Tra i turisti coinvolti ci sarebbero alcuni dipendenti del Comune di Torino, in Tunisia per una crociera organizzata dal Cral, il circolo ricreativo dei dipendenti comunali, sbarcati da poco dalla nave di Costa Crociere. La Farnesina ha comunicato che sono un centinaio i connazionali messi in sicurezza. Le forze speciali antiterrorismo hanno liberato gli ostaggi con un blitz: due terroristi sono stati uccisi, un terzo – a quanto risulta uno studente di 22 anni – arrestato. Oltre 200 i visitatori presenti al momento dell’attacco nel museo dei mosaici della capitale tunisina che contiene, fra le altre, la più ricca collezione di mosaici romani del mondo, tutti in perfetto stato di conservazione. Secondo le prime ricostruzioni. Gli autori dell’attacco avrebbero cercato di infiltrarsi all’interno del Parlamento tunisino, prima di rifugiarsi nel vicino museo. Secondo quanto riportato da alcuni media tunisini, i jihadisti dello Stato islamico avrebbero rivendicato l’attentato.
“Abbiamo ricevuto la notizia in tempo reale – racconta Dina Taddia, presidente di Gvc onlus, associazione bolognese attiva nella cooperazione internazionale –. Sono stati i nostri operatori a darci la notizia: ci hanno chiamato per informarci e tranquillizzarci”. Gvc è presente in Tunisia con il progetto ‘Eco de femmes’ a sostegno delle donne, per la promozione dell’economia sociale come approccio alla lotta contro la povertà attraverso forme associative e cooperative. Al momento, nello Stato nordafricano per Gvc ci sono 3 operatori espatriati più tutto il personale locale, alcuni di stanza proprio nella capitale: “Hanno seguito il protocollo delle Nazioni Unite per lo stato d’emergenza, che prevede di rimanere nella posizione in cui ci si trova al momento dell’allarme. I nostri operatori sono restati nei loro uffici. Per fortuna stanno bene”. La situazione ora sembra essersi stabilizzata: “Siamo in attesa di capire come si evolverà il tutto. Ancora non sappiamo se si sia trattato di un’iniziativa singola o legata a gruppi terroristici. Ovviamente speriamo nella prima opzione, ma dobbiamo aspettare. È vero che negli ultimi anni la tensione in Tunisia è cresciuta, ma negli ultimi giorni non avevamo avuto nessuna avvisaglia particolare”. (Ambra Notari)