BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Orgoglioso di riprendere – insieme – il cammino dei diritti

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“Oggi non creiamo nessun partito, ma iniziamo insieme –  associazioni e cittadini – un cammino per reagire alla concentrazione di potere politico e sociale, a danno della partecipazione e della dignità del lavoro”. Landini mette subito le cose in chiaro, quando inizia a parlare ad una sala strapiena per l’incontro sulla coalizione sociale, mentre un foglio sul tavolo si riempie di richieste di intervento..

“Abbiamo pensato questo percorso iniziando dagli amici della “Via Maestra” – Emergency, Libera, Libertà e Giustizia ed altri – ma la coalizione sociale è aperta ad altre associazioni e dovrà articolarsi nei territori, perché è lì che sono i problemi della gente e da lì devono venire proposte concrete per risolverli. Anche con nuove forme di mutualità, magari adattando un immobile sequestrato alla mafia ad ambulatorio di Emergency, perché la gente non sa più come pagarsi un dentista.
“E propongo di non creare gruppi specializzati, ma “misti” perché abbiamo bisogno di ascoltarci e passarci competenze e idee. Questa  è un’opportunità anche per il sindacato, perché sentiamo il bisogno di aprirci, per rinnovarci anche noi.
“Non c’è tempo da perdere. Con il Jobs Act siamo passati alla soppressione della libertà di coalizione sindacale dei lavoratori, che ora sono esposti al licenziamento senza giusta causa. Il risultato è un lavoratore solo, intimorito e debole. E sempre in competizione con altri lavoratori disposti a lavorare al suo posto anche senza diritti, pur di lavorare.
“Insieme dobbiamo battere il rischio della rassegnazione. Dobbiamo definire un metodo per rimanere uniti su punti prioritari da decidere insieme e portare avanti in più manifestazioni pubbliche aperte. Il 28 Marzo sarà una di queste occasioni, ma prima ci sarà il grande incontro di Libera a Bologna contro la mafia; il 25 Aprile quello dell’ANPI per i 70 anni della Liberazione, poi il 2 Giugno di Libertà e Giustizia ed altre date che definiremo insieme. Perché ci sia il senso di varie tappe, ma unite in un’unica marcia per i diritti.
Iniziano gli interventi.
Parlano  rappresentanti della scuola (Legge di iniziativa popolare), delle partite iva, dei ricercatori universitari precari, dei farmacisti senza farmacia “di famiglia” da tramandare e impossibilitati ad esercitare, giovani avvocati sfruttati dai grandi studi e vessati da una contribuzione iniqua. Colpisce la testimonianza di un operaio che parla dell’esperienza della sua fabbrica chiusa, ma rimasta viva grazie ad attività di riuso e a servizi di auto-aiuto per le famiglie dei licenziati e per quelle della zona in difficoltà.
Sandra Bonsanti nel suo intervento è netta: “Siamo al momento del non ritorno. Chiederemo ai Circoli di attivarsi sui territori con altre associazioni, per dare ancora più energia alla coalizione sociale. Non era scontata la disponibilità della Fiom ad impegnarsi in questa iniziativa così innovativa e per questo lo ringrazio”.
Sono passate le 15,00 e dopo oltre cinque ore e venticinque interventi, parla Landini.
“Non sarà facile stare insieme, ma possiamo riuscirci. Ognuno continuerà  la sua attività autonoma, ma tutti saremo impegnati negli obiettivi comuni. Fare politica non vuol dire  per forza fare un partito, ma dare ai cittadini l’opportunità di tornare ad essere ascoltati e incisivi. E insisto sull’importanza dei territori, sugli incontri a livello locale tra le organizzazioni civili più dinamiche. Perché solo se siamo piantati per terra, saremo credibili”.
Quando mi alzo dalla sedia, vedo intorno a me  i presenti che si raggruppano per uscire. Davanti a tutti c’è una giovane mamma con la piccola bambina in braccio. Mi viene in mente il “Quarto stato” di Pellizza da Volpedo. E mi sento  tra i lavoratori. Orgoglioso di riprendere – insieme – il cammino dei diritti

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