A poche ore dalla vittoria schiacciante dell’ex sindaco di Salerno ed ex sottosegretario del governo Letta, uomo di grande popolarità in Campania, e non solo, Vincenzo De Luca, compaiono ancora molte ombre e molti dubbi sull’esito delle Primarie per la designazione del candidato governatore del Pd. Le urne hanno dato il seguente risultato: 73.596 voti per De Luca e 63.606 per l’europarlamentare Andrea Cozzolino, uno scarto notevole, di circa diecimila voti.
Le anomalie del voto
Sia il quotidiano Il Mattino di Napoli che il Corriere del Mezzogiorno riportavano lunedì gli articoli degli inviati alle Primarie, che sostenevano di aver votato più volte, e con documento scaduto, senza incontrare alcun tipo di problema. Entrambi gli inviati avevano segnalato irregolarità: una studentessa quindicenne che aveva votato, nonostante il limite minimo fosse a 16 anni, mentre alcuni giovani si scambiavano il medesimo documento dopo aver votato. Inoltre, un parlamentare campano ha denunciato in una lettera ufficiale consegnata al segretario del Pd, Renzi, e al segretario dell’Udc, Cesa, una sorta di accordo per “truppe cammellate” pro-De Luca e di fede democristiana spinte ai seggi democratici dai notabili locali. Qualche giorno prima, due candidati – uno dei quali era Gennaro Migliore, probabile candidato unitario – si erano ritirati dalla competizione, senza dare particolare sostegno politico alle motivazioni. E infine, Roberto Saviano aveva lanciato l’appello alla diserzione dalle urne delle primarie del Pd, denunciando sostanzialmente la truffa politica che secondo lui si celava dietro le candidature di De Luca e Cozzolino. Alla fine, nonostante i proclami positivi e ottimistici, restano molte ombre proprio sui dati aritmetici dei votanti e dunque delle percentuali.
Una strana aritmetica
Nella tarda serata di domenica erano stati dati letteralmente i numeri sull’affluenza: alle 17, si diceva, avevano votato 75mila campani; verso le 23, la cifra si era addirittura raddoppiata, fino a raggiungere quota 160mila. Anche tenendo conto delle note abitudini dei meridionali, che votano per lo più nelle ore pomeridiane, il dato rimane abbastanza controverso, poiché significa che nei 606 seggi sparsi per la regione hanno votato in appena 4 ore circa 80mila campani. Vale a dire, una media di 140 elettori per seggio in meno di quattro ore, ovvero circa 35 votanti all’ora, uno ogni due minuti. Il che significa, file interminabili, di cui però non vi è traccia, né nelle testimonianze dirette, e neppure negli articoli degli inviati. Se poi facciamo una banale addizione sulle cifre assolute e sulle percentuali che sono state comunicate, in via ufficiale, scopriamo un’altra piccola verità. Se è vero che De Luca ha ottenuto il 52.3% con 73.596 voti, vuol dire che i voti validi sono stati non più di 140mila. Che fine hanno fatto gli oltre 20mila voti che mancano all’appello? Tutte schede nulle o bianche? Il mistero s’infittisce, anche e soprattutto per una palese assenza di trasparenza. L’altra curiosità è offerta dal voto nella città di Salerno, dove sono andati a votare in 13mila. Ebbene, il 96% ha votato per De Luca, nemmeno a Sofia, ai tempi d’oro del comunismo bulgaro.
Riconteggio dei voti? Sì, no, forse…
Che la questione primarie campane non sia ancora chiusa è testimoniato da una curiosa dichiarazione di Andrea Cozzolino, il presunto perdente, il quale dice: “Non sono l’uomo dei ricorsi, attenderò l’ufficializzazione dei risultati e rispetterò il lavoro della commissione per le primarie che certificherà l’esito. Si registra comunque, guardando la geografia del voto, un’enorme pigrizia del popolo napoletano e una grande voglia di partecipazione in alcune realtà del Salernitano. C’è stata un’iperattività nella giornata di ieri a Salerno”. Ed ha concluso: «Non ho sentito De Luca né ho ricevuto telefonate o messaggi. Ho sentito il vicesegretario nazionale Guerini e il segretario regionale Tartaglione. Poi attendo il lavoro della commissione e la certificazione del voto sentirò anche De Luca”.
Nel pomeriggio di lunedì, si era diffusa la voce di ricorsi presentati dagli staff dei due candidati sconfitti, Di Lello e Cozzolino, dopo un lancio di agenzia. Secondo il take avrebbero chiesto il riconteggio dei voti, contestando una serie di dati relativi alle sezioni di Napoli e Caserta. Ancora Cozzolino dichiara: “Non credo – ha concluso – che il risultato di De Luca sia sufficiente per raggiungere l’obiettivo che ci proponiamo insieme di battere le destre. Occorre costruire un profilo unitario e largo e mi aspetto iniziative in questa direzione”.
De Luca e la legge Severino
In ogni caso, rimane ancora del tutto irrisolta la vicenda giuridica relativa all’applicazione a Vincenzo De Luca della legge Severino, poiché l’ex sindaco di Salerno è stato condannato in primo grado per abuso in atti d’ufficio. Ovviamente, si dovrebbe attendere l’esito delle elezioni regionali. E se De Luca vincesse, si aprirebbe una grana politica e giudiziaria incommensurabile.
Pino Salerno
Da jobsnews.it