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Messico, sull’onda della crisi la lotta per i diritti umani

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[Traduzione a cura di Luciana Buttini dall’articolo originale di Karina Ansolabehere pubblicato su openDemocracy]

Il Messico da diversi anni sta subendo una grave crisi dei diritti umani, tuttavia la recente scomparsa di 43 studenti di una scuola pubblica nella cittadina di Iguala, nello Stato di Guerrero, rappresenta una svolta importante. I cittadini sono indignati e per questo stanno manifestando una profonda rabbia attraverso manifestazioni,  produzioni culturali e ogni tipo di dichiarazioni pubbliche. Come ha sostenuto recentemente Ben Leather a openGlobalRights, la situazione attuale illustra la doppia faccia delle politiche del Messico riguardanti i diritti umani: concessioni considerevoli per quanto concerne la cittadinanza all’estero e deplorevoli comportamenti in patria.

Nell’ultimo periodo il Messico sta vivendo una situazione difficile. Infatti secondo l’opinione pubblica e politica gli avvenimenti dell’Iguala sono stati ricollegati a sistematiche violazioni dei diritti nel Paese, alla sua crisi crescente di legittimità politica, all’incapacità dello Stato di affrontare problemi strutturali di ogni genere e, infine, al deficit di legittimità di un Governo impegnato a utilizzare le riforme economiche risalenti al 1990 per affrontare i mali del Paese.

I cittadini chiedono che sia fatta chiarezza e che si intervenga sulla scomparsa degli studenti, sulle dimissioni del presidente e che si indìcano le elezioni per una nuova assemblea costituzionale nel 2017. Si tratta di una sfiducia nelle istituzioni politiche ormai generalizzata e molto diffusa. Infatti, anche una grande varietà di settori sociali si sta mobilitando e sta chiedendo un vero e proprio cambiamento.

Questa serie di eventi rappresenta un’opportunità per le organizzazioni dei diritti umani del Paese. Infatti secondo un rapporto  del Progetto delle Organizzazioni per i diritti umani realizzato dall’Università di Minnesota e dal CIDE, il Centro messicano per la ricerca e l’insegnamento economico, le associazioni locali per la difesa dei diritti umani godono di un maggiore sostegno da parte dei cittadini e più di quanto immaginano. L’importanza delle idee sui diritti umani è grande tra la collettività e ancora di più tra le élite sociali, politiche e economiche.

Dunque in questo momento di crisi i difensori dei diritti dovrebbero approfittare di questo sostegno per sviluppare, così, una vasta coalizione per l’intera società per arrivare a riforme basate sui diritti umani, facendo anche leva sulla fiducia dei cittadini, per attuare un serio cambiamento.

In Messico i difensori  dei diritti umani devono migliorare soprattutto la loro visibilità e i loro legami con la popolazione in generale. Pertanto una politica intensa di marketing sociale con sostenitori all’interno della massa e tra i social media, dovrebbe ampliare la loro influenza, la visibilità e il sostegno, e contribuire a riformulare il discorso ufficiale sui diritti umani.  Inoltre ciò è particolarmente importante ora che il Governo sta tentando di compromettere la legittimità delle ONG accusandole di manipolare le vittime di violazioni dei diritti umani.

In Messico le violazioni dei diritti umani provengono da molteplici ingiustizie da parte di diversi soggetti, tra cui lo Stato, i gruppi criminali organizzati, i vigilantes e gli enti pubblici. In maniera comprensibile la società civile messicana sta reagendo in vari modi ma, seppure importante, tale diversità di reazioni porta in sé anche il rischio della frammentazione. Così le donne e le organizzazioni contadine e ambientaliste, fra gli altri, stanno sviluppando proprie e specifiche strategie. Tuttavia lo Stato è una presenza inevitabile in tutte queste lotte ed è quindi un punto di convergenza per tutti.

I difensori dei diritti umani non riescono a coordinare i vari tentativi senza compromettere la loro specificità. Cosi come ho sostenuto in precedenza a openGlobalRights, essi possono farlo mediando tra i diversi soggetti e livelli, sia verticalmente che orizzontalmente, e creando sinergie politiche nuove e aperte al progresso. Lo Stato fungendo da denominatore comune permette ai difensori di diritti umani di riunire i diversi attori sociali intorno a una bandiera comune.

Gli attivisti dei diritti umani devono essere anche creativi. A questo proposito, perché non elaborare nuovi metodi per rivolgersi a potenziali sostenitori tra cui leader aziendali favorevoli al progresso, artisti e ricercatori universitari? Per esempio, che ne dite di creare una serie di dialoghi pubblici con giudici federali favorevoli? O ancora, cosa ne pensate di arrivare a coloro che hanno realizzato il video Cosa sta succedendo in Messico? e sollecitarli a unirsi in una campagna collettiva?

I difensori dei diritti umani devono anche trovare nuovi modi per contribuire a mettere in atto importanti politiche pubbliche. Si consideri ad esempio la Riforma Costituzionale in materia di diritti umani del 2011, la quale ha riconosciuto i trattati internazionali dei diritti umani come parte integrale della Costituzione messicana , e quindi degna della piena attuazione a livello nazionale. Inoltre i difensori di diritti umani potrebbero sviluppare nuovi partenariati con le Università messicane per monitorare l’attuazione di questa riforma essenziale.

Per il Messico il 2014 è stato un anno difficile, tuttavia la crisi rappresenta un’opportunità per l’acquisizione dei diritti umani. Cogliere l’attimo potrebbe non concedere dei risultati immediati poiché ci vorrà tempo prima che questo momento apporti qualcosa di concreto. Tuttavia, la buona notizia è che le organizzazioni per i diritti umani non combattono più da sole, e che i cittadini del Messico hanno fiducia nel lavoro fatto da queste organizzazioni e lo rispettano. Dal canto loro i difensori di diritti umani devono rispondere a questa fiducia offrendo nuove energie, idee e strategie.

Da vociglobali.it


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