Sono i giornalisti Baldarotto e Musumeci. Hanno scritto che una persona era stata arrestata, invece era solo indagata. La difesa: “fonte autorevole”
Si è svolta il 2 marzo 2015 a Marsala l’udienza che vede imputati per diffamazione Nicola Baldarotto e Paola Musumeci, rispettivamente direttore e redattrice di Canale2, emittente televisiva locale. I giornalisti sono stati querelati da Vincenzo Scirè, che ha presentato la denuncia senza aver chiesto una rettifica all’emittente. Scirè è stato coinvolto nell’inchiesta giudiziaria contro la mafia denominata “Golem 2″ per la quale il 15 marzo 2010 furono arrestati alcuni presunti affiliati a Cosa Nostra considerati vicini al superlatitante Matteo Messina Denaro. Scirè si è costituito parte civile e ha chiesto un risarcimento.
Il processo nasce da un errore. Secondo un comunicato stampa elaborato della polizia centrale di Roma e diffuso dalla squadra mobile di Trapani, Vincenzo Scirè era fra gli arrestati. In realtà era soltanto indagato. Canale2 aveva diffuso la notizia del suo arresto ricavandola dal comunicato stampa che lo inseriva nella lista degli arrestati nell’operazione “Golem 2″.
La notizia era stata ripresa negli stessi termini dal comunicato da tutti i media, locali e nazionali. Nicola Baldarotto, oggi direttore anche di il Monitor Trapani, si era fidato dell’autorevole fonte. “La difesa – precisa a Ossigeno l’avv. Valerio Vartolo, difensore di Baldarotto – si baserà proprio sul concetto di fonte privilegiata, considerando appunto che la polizia giudiziaria è fonte privilegiata per antonomasia”.
Durante l’udienza sono stati ascoltati alcuni testimoni, tra cui l’allora corrispondente dell’Agi Francesco Paolo Greco e Luigi Todaro, collaboratore dell’emittente locale di Tele sud. Entrambi hanno confermato che la notizia del fermo nei confronti di Vincenzo Scirè fu data a seguito di un comunicato stampa della polizia.
La prossima udienza è fissata per il 1° giugno 2015, giorno in cui è attesa la sentenza.
COT