“La verità illumina la giustizia” recita lo slogan scelto per la XX Giornata delle memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa dall’associazione Libera e che si terrà il prossimo 21 marzo, a Bologna. Dopo la prima manifestazione del 2003 a Modena, è la seconda volta che Libera organizza la manifestazione nazionale in Emilia Romagna, e caso vuole che non avrebbe potuto scegliere anno migliore. Proprio in queste ultime settimane il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine si è abbattuto su una delle regioni del nord dove le mafie sono più che radicate tanto da essere definita dalla Procura Nazionale Antimafia, “Terra di mafia”.
Undici le mafie presenti ( qui trovate un po’di materiale prodotto negli anni scorsi. Qui, ma anche qui, oltre che qui e qui se non bastasse) che con forti alleanze si sono spartite soldi e territorio, all’insaputa di molti, dato lo stupore generale all’indomani della maxi operazione di polizia “Aemilia”.
In realtà c’é chi l’ha sempre saputo (chi ha scritto i dossier riportati sopra e I Siciliani giovani per esempio), l’ha scritto e divulgato. Ed ora non canta vittoria ma si dispiace perché non é stato ascoltato e perché tutto ciò si sarebbe potuto evitare. Ed anche la Chiesa ha le sue colpe. Se si fosse affrontato il problema piuttosto che gridare al pericolo di danneggiare il turismo (così come ha fatto il parroco di Brescello, don Evadro), se si fosse posta attenzione veramente (siamo ancora in tempo, eh) al problema delle mafie, magari non saremmo nella situazione in cui ci troviamo oggi.
Ma anche nella Chiesa, così come nella politica, non sono tutti uguali. Per un Sindaco che parla di Francesco Grande Aracri come “uno gentile e molto tranquillo” c’è un altro politico che già alcuni lustri fa (Massimo Mezzetti, oggi assessore regionale alla Cultura con delega alla legalità) non perse tempo a denunciare la presenza del fenomeno mafioso in regione. E per una Chiesa che tentenna sull’argomento, ce n’é un’altra come quella dell’arcidiocesi di Bologna, nella persona del suo vicario, mons. Silvagni, che non si é tirata indietro ad affrontare l’argomento e don Giovanni, la cui voce autorevole è presente nel mio libro “L’eucaristia mafiosa – La voce dei preti”, parlava delle mafie in regione e a Bologna. Ma questo lo sa bene anche don Mario Fini, che abbiamo avuto il piacere di conoscere durante una delle presentazioni nella città felsinea. Ed é a loro che mi rivolgo, sperando poi in un’azione corale, affinché il prossimo 21 marzo siano presenti e vivi all’interno di quel corteo tra i tanti giovani ed i familiari delle vittime di mafia, della stazione di Bologna e della strage di Ustica, che insieme si stringeranno nel primo giorno di primavera.
La Chiesa deve fare sentire la sua voce. E quanto sarebbe bello sentire parole forti e giuste (e magari poi seguite dai fatti) da quel palco in Piazza VIII Agosto. “Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi” dice il Vangelo di Giovanni. E la verità illumina la giustizia.