In questi giorni, leggendo articoli e ascoltando interventi, mi sono reso conto di quanto sia agguerrita la crociata di una parte del monto cattolico, spero quella meno rappresentativa, contro le persone GLBT. Ho già più volte raccontato ciò che è accaduto a Bologna. Non tornerò sulle foto scattate al Cassero, a questo punto il problema non sono più le fotografie, le esponenti e gli esponenti del Cassero si sono scusate/i ma la curia, che evidentemente non è abituata a porgere l’altra guancia, ha rifiutato le scuse continuando ad attaccare le persone omosessuali e uno dei simboli culturali più attivi della città. Lo stesso hanno fatto politici di destra e del PD (meglio specificare PD invece di dire genericamente sinistra). Questa triste vicenda ha messo in evidenza alcuni punti essenziali: il primo è che moltissime persone sono pronte ad attaccare le religioni altrui (alcuni politici ci stanno costruendo campagne elettorali sopra) ma guai a scherzare sulla loro, il PD ha un serissimo problema di laicità (lo sapevamo tutti), troppi omosessuali sono ancora succubi del proprio retaggio religioso e ancora troppi omosessuali pensano di dover dimostrare qualcosa a qualcuno per avere dei diritti (così non si va da nessuna parte). Ma soprattutto ha messo in evidenza l’arroganza del clero e la debolezza della politica. Chiunque affermi ancora di vivere in un paese laico mente sapendo di mentire. In questi giorni le esponenti e gli esponenti del Cassero hanno fatto qualcosa di molto coraggioso dal mio punto di vista. Hanno detto basta ai compromessi, hanno messo in evidenza che la libertà non è qualcosa che si compra e che i diritti non sono negoziabili. Ma il problema sollevato dal Cassero non è che il coperchio del vaso di Pandora. Ogni giorno, ogni santissimo (concedetemelo) giorno leggiamo e ascoltiamo bugie sulla fantomatica «ideologia gender».
Non starò, non qui, a ripetere che l’ideologia gender non esiste, che il significato che alcune frange cattoliche hanno addossato alla parola «gender» non ha nulla a che vedere con il suo vero significato, che esistono, quelli sì, studi sul genere che nulla hanno a che fare con la bufala del gender.
Questa storia, in realtà, mi ricorda molto la strumentalizzazione che la chiesa, alcune fazioni politichee alcuni giornalisti fecero, negli anni 80, con l’HIV.
Mentre morivano, in tutto il mondo, milioni di persone la chiesa faceva propaganda antiomosessuale definendo la malattia «peste divina» che colpiva solo omosessuali, tossicodipendenti e prostitute. La violentissima campagna denigratoria contro le persone GLBT si basava sull’ignoranza e sul volere di annientare, da un punto di vista mediatico, coloro che venivano considerati i «nemici» dell’etica cattolica.
È, da tempi remoti, una vergognosa crociata quella della chiesa contro le persone omosessuali passata dai roghi medievali a quelli mediatici senza preoccuparsi minimamente delle responsabilità etiche che ne derivano.
Sono un attacco alle persone GLBT le manifestazioni delle sentinelle in piedi che rivendicano una libertà a senso unico, sono un attacco alla donna i continui tentativi di delegittimare una legge come la 194, è un attacco alle donne e alle persone GLBT il vergognoso tentativo di far passare ogni forma di educazione sentimentale, al rispetto o anche l’educazione sessuale per qualcosa di sporco e morboso, per una «omosessualizzazione» della società.
Allora, francamente, mi chiedo cosa stiamo aspettando? Vogliamo forse fare come con le terapie riparative? Si diceva: «non fate loro pubblicità, la cosa si smonterà da sola!» e nel frattempo sono nati centri, propaganda sul web e molte ragazze e molti ragazzi hanno conosciuto l’inferno del dover rinnegare se stessi in nome di un estremismo religioso senza logica.
Di «ideologia gender» ormai parlano abitualmente giornalisti e giornali di parte, cardinali, vescovi e addirittura il Papa. Senza mai entrare nello specifico, ovviamente, limitandosi a dire «ideologia gender», e del resto come la spieghi una cosa che non esiste? Si limitano a dire che vogliamo omosessualizzare la società, che vogliamo trasformare i bambini in bambine e viceversa, che usiamo le scuole come campi di «rieducazione» (sig). Ma poi basta andare a vedere i programmi scolastici (quelli veri) per rendersi conto di quanto assurde siano queste accuse, di quanto basti poco per sbugiardare queste malsane teorie, per mettere alla berlina le bugie che vengono raccontate. Ci vorrà del tempo probabilmente ma prima o poi accadrà quello che èaccaduto con l’HIV. La gente aprirà gli occhi e si renderà conto che la propaganda antiomosessuale fa male a tutti. Mi chiedo però dove siano le persone che conoscono bene gli studi di genere, mi chiedo cosa sia questo assordante silenzio mentre la bugia dell’ideologia gender, raccontata centinaia di volte, comincia a materializzarsi come un cancro per la comunità omosessuale. Mi chiedo cosa stiamo aspettando a reagire, a dire ai giornalisti che questa fantomatica ideologia non esiste, a mettere in evidenza le bugie degli estremisti, a portare prove concrete: giornaliste/i, psicologhe/gi, intellettuali, attiviste/i, per dire che questa del gender non è altro che l’ennesima bugia per vietare alle persone omosessuali di avere diritti e di vivere serenamente la propria esistenza.