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Isis: in che modo l’Occidente intende arginare il pericolo di questo nuovo e inquietante terrorismo?

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Il bilancio dell’attentato di Tunisi è pesante e quattro italiani hanno perso la vita con europei di molti paesi. L’ISIS ha rivendicato le bombe e ora bisogna fare i conti con un nemico che sembra deciso a portare al centro dell’Occidente, in Francia ma probabilmente anche in Italia e in altri paesi, la guerra islamica contro gli infedeli partendo dai territori dove ha già molti seguaci come la Siria, l’Iraq, la Libia e il Nord Africa a cominciare da uno stato come la Tunisia, l’unica essere uscita dalla primavera con istituzioni moderne e democratiche.

La minaccia è seria e i governi europei, come quello degli Stati Uniti, faranno bene a non sottovalutarla e a prendere tutte le misure politiche e militari necessarie. Dagli studi già usciti sull’ISIS (di cui quello di Loretta Napoleoni, pubblicato in Italia da Feltrinelli,  resta, a nostra conoscenza, il migliore) emerge con chiarezza che il progetto di uno stato confessionale che vuole conquistare un territorio sempre più grande per i mussulmani sunniti esiste e si sta realizzando con una guerra feroce e con attentati e rappresaglie terribili.

Le decapitazioni di arabi e di occidentali, la devastazione delle città e dei monumenti, , le esecuzioni dei prigionieri “infedeli” sono esempi terribili di una concezione e di un metodo che hanno dietro un grande  esercito sparso in tutto il mondo e che può costituire per l’Europa e per l’Occidente un pericolo sempre maggiore.  Perché è retto da un forte fanatismo religioso che vuole realizzare con metodi spietati il sogno dell’antica conquista di Maometto contro chiunque è di altra fede religiosa o comunque si oppone a uno Stato confessionale.  Giovani di molte nazionalità che non hanno lavoro o comunque aspirano a battersi per un ideale possono cadere nella rete e mettere a rischio la propria vita nella guerra per il califfato e per la conquista del mondo.

Noi dovremmo chiederci quali ideali l’Occidente, l’Europa e anche l’Italia hanno a disposizione per opporre a quell’esercito una difesa consistente e in grado di battere l’esercito dell’ISIS. Dobbiamo sperare che i governi europei, a cominciare da quello italiano, si pongano un problema come questo e approntino idee e mezzi per arginare il pericolo di questo nuovo e inquietante terrorismo che viene dall’Asia e dall’Africa.


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