Cari amici di Articolo21,
se le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni dovessero trovare conferma, dobbiamo prepararci ad una nuova grande mobilitazione contro il tentativo di introdurre per legge nuove forme di bavaglio.
La proposta di legge di riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa, infatti, non può diventare il pretesto per introdurre nuove forme di limitazione all’esercizio del diritto di cronaca.
L’auspicabile e necessaria cancellazione del carcere per i giornalisti non può essere accompagnata da norme come quelle con cui si vorrebbe regolamentare la materia delle intercettazioni.
Il sindacato dei giornalisti non invoca il libero arbitrio né l’impunità assoluta. Gli eccessi e gli abusi vanno sempre evitati e sanzionati in sede disciplinare. Riteniamo tuttavia, che le esigenze di tutela della privacy dei cittadini vadano affrontate e risolte con misure adeguate e non lesive del diritto-dovere di informare, costituzionalmente garantito, a cominciare dalla previsione di una udienza filtro, nella quale stabilire quali atti d’indagine abbiano rilevanza pubblica e quali debbano essere invece eliminati, e dalla istituzione del Giurì per l’informazione.
Si tratta di proposte più volte avanzate dal sindacato dei giornalisti e anche inserite in alcuni disegni di legge, ma non si capisce per quale ragione siano state accantonate nel prosieguo dei lavori parlamentari.
Per questa ragione i giornalisti italiani dovranno mobilitarsi a tutti i livelli insieme con le associazioni della società civile, a cominciare da Articolo21, affinché in Italia continui ad essere garantito il diritto-dovere di informare nell’esclusivo interesse dei cittadini ad informati.