Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti alla Commissione antimafia ha proposto anche di istituire un registro sugli assetti proprietari delle testate
“L’ho detto anche in commissione giustizia: la legge sulla diffamazione è una legge sciagurata. Io prego che finisca nel cestino della spazzatura, perche’ l’unica cosa che stabilisce è la fine del carcere per i giornalisti, ma questo non è un regalo ai giornalisti, è la risposta alle continue messe in mora da parte dell’Ue”. Così il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Vincenzo Iacopino, durante un’audizione in Commissione bicamerale Antimafia, parlando della legge sulladiffamazione.
Il vero nodo da sciogliere, secondo Iacopino, non è il carcere per i giornalisti, che ha riguardato pochissimi casi, ma “l’intimidazione e questo problema la legge non lo affronta”.
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Istituire un registro, “non limitativo della libera iniziativa”, che raccolga “gli assetti proprietari di tutte le testate” in Italia, da nord a sud, contro i prestanome, e creare una commissione “perché non si spengano i riflettori sui giornalisti” vittime di intimidazioni criminali. È quanto ha chiesto il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Vincenzo Iacopino, durante un’audizione in Commissione bicamerale antimafia.
“Abbiamo la necessità di sapere di chi sono i giornali – ha spiegato Iacopino – di capire quali sono le reali proprietà e non solo nel sud, perché la criminalità è ovunque. Nel 2012 un giornale della Campania aveva pubblicato per due giorni le foto di un cadavere che emergeva da un laghetto: era l’esponente di una delle cosche della zona. L’istituzione di un registro non è limitativa della libera iniziativa, ma dobbiamo tutelare i cittadini”.
Parlando poi dei giornalisti che subiscono intimidazioni “non solo da mafia, camorra e ‘ndrangheta, ma da tante criminalità”, Iacopino ha aggiunto che per loro, “sottoposti a minacce, compresa quella della fame”, “il pericolo maggiore è che si spengano i riflettori; le criminalità crescono nel buio. Se teniamo i riflettori accesi e puntati su di loro, noi siamo più forti – ha concluso – è diritto dei cittadini avere un’informazione vera e tutelata”.
(ANSA)
MF