Maglietta bianca con in rosso scritto: “Fiom. Ri-conquista i diritti cancellati. No Jobs Act”. Un manifesto con un grande titolo “Unions!”, in inglese, dice Maurizio Landini, “anche se lo mastico poco è una bella parola”. Uniti da queste rivendicazioni: “Diritti, lavoro, democrazia, giustizia sociale, legalità, reddito, Europa” . E per ogni parola un volantino che ne spiega i contenuti. È questa in poche parole la manifestazione di sabato, corteo dall’Esedra alle ore 14, conclusione a Piazza del Popolo alle ore 16 illustrata in conferenza stampa sia nei contenuti che nella organizzazione nella partecipazione annunciata.
“Unions!” la parola chiave della manifestazione illustrata da Landini e Masini
A leggere le prime cronache della conferenza stampa della Fiom, di Landini e Masini, che compaiono, striminzite, su alcuni quotidiani online, ci si rende sempre più conto di quanto grande sia la miseria di una informazione che tutto fa meno che informare. Non solo dopo aver scritto più e più volte, che la Fiom era un sindacato in continuo calo di iscritti, sconfitto dal capo della Fiat, “girocollo” Marchionne, avendo di fronte tutti i dati ufficiali, non se ne riporti neppure uno. Tutto si concentra sulla presenza o meno di Susanna Camusso, sarebbe il termometro questo che segna la temperatura dello scontro tra Cgil e Fiom. Landini assicura che il segretario generale della Confederazione ci sarà. Non basta, in conferenza stampa fioccano le domande, ma glielo ha detto lei? Parlerà nel comizio? E anche se sarà presente, si legge in qualche resoconto, il clima resta freddo, gelo. Landini, con pazienza ripete che la Cgil gli ha comunicato la presenza di Susanna Camusso, non sa se parlerà perché in mattinata ha un impegno a Reggio Calabria. Il segretario generale della Fiom sottolinea che tutta la Cgil, come ha affermato la segreteria confederale, è impegnata per il buon esito di questa manifestazione. Ci saranno in piazza non solo le tute blu ma anche lavoratori di tutti i settori. Il sindacato della scuola e quello dei bancari hanno dato la loro adesione.
Susanna Camusso: “sarò in piazza con la Fiom. Non c’è dubbio”
Non basta, tanto che Camusso rilascia una dichiarazione : “Io ci sarò, non c’è dubbio. Ancora non abbiamo ragionato su chi parlerà”. Ecco, diventa questo l’argomento del chiacchiericcio mediatico. Si sfoglia la margherita. Parla o non parla: e se non parla significa che il ghiaccio non è rotto. Della manifestazione interessa poco e tanto meno interessano i dati che Enzo Masini, segretario organizzativo ha fornito sia sulle “prenotazioni” che riguardano chi arriverà a Roma sia sulla consistenza numerica della organizzazione. A ieri erano prenotati 300 pulman, la domanda è ancora in crescita, treni si annunciano da molte città, da Sicilia, Sardegna si viaggia in aero con biglietti scontati. Dalle regioni più vicine alla Capitale sono annunciati tantissimi con mezzi propri. Nel corteo e poi n piazza del Popolo ci saranno con le tute blu, studenti, precari, partite Iva, disoccupati, bancari, lavoratori della scuola e di tutti i settori. In particolare da Roma e dal Lazio si attendono diverse migliaia di persone. Quali sono le previsioni? Viste le prenotazioni dei mezzi di trasporto certamente si parte da circa 25 mila partecipanti sicuri. Altrettanti sono previsti, stando alle telefonate che arrivano di continuo alla Fiom. Poi si vedrà la piazza, dicono Landini e Masini.
La radiografia del più grande sindacato delle tute blu. Vince in tutte le elezioni
Ma quanti sono gli iscritti al sindacato, dato da molti media in netta perdita di adesioni? Masini offre molti numeri alla attenzione dei cronisti. Intanto, nel settore metalmeccanico, dati Istat, l’occupazione è passata da 1.796.400 (anno 2008) a 1.516.700 (anno 2013) con una perdita secca del 15,6%. Gli iscritti sono passati da 358.853 a 351.432 con una perdita del 2%. I nuovi iscritti nel triennio 2011-2013 sono stati circa 180.000. Passiamo alle elezioni per i delegati del fondo complementare Cometa: Lista Fiom 57,66%, 26 delegati su 45. Fim Cisl 22,8%, 10 delegati, Uilm 12,14, 5 delegati, Fismic 4,006% delegati 2. Ancora i dati riferiti a tre città, Firenze, Milano e Ancona prese come campione. Vince ovunque la Fiom con punte che arrivano al 90% dei voti. Alla Fiat, alla Fiom è stato impedito di presentare propri rappresentanti. In tutti i grandi gruppi, la Fiom è il primo sindacato. “Siamo d’accordo se per legge si verifica la rappresentanza, quanti voti hanno i sindacati e se, sempre per legge, senza toccare i diritti e tutto ciò che è competenza dei sindacati, si mette per scritto che gli accordi devono essere votati dai lavoratori”. Landini poi illustra il “pacchetto” delle rivendicazioni con le quali si prosegue la lotta contro il Jobs Act e le politiche economiche del governo così come approvato dal Direttivo della Cgil. In particolare, le pensioni, a 62 anni deve essere fissata l’età, senza perdite per lavoratori. Sui minimi salariali di cui si parla devono essere quelli stabiliti nei singoli contratti. Reddito di cittadinanza per assicurare a tutti un minimo vitale.
Il lavoro ha bisogno di giustizia sociale e legalità
“Il lavoro – dice Landini – ha bisogno di giustizia sociale e legalità”. La corruzione e non l’articolo 18 impedisce la presenza di investimenti nel nostro paese, che sono altra cosa dalla svendita delle nostre fabbriche mentre è totale l’assenza di politiche industriali da parte del governo. Ancora: il Jobs act si combatte in tre modi: con la contrattazione nazionale, rivendicando anche per i nuovi assunti le tutele che rimangono solo per i vecchi dipendenti, la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare con centinaia di migliaia di firme per un nuovo statuto che riguardi tutti, un referendum abrogativo di alcune parti del Jobs act da portare in discussione nelle assemblee dei lavoratori che dovranno pronunciarsi. “La Fiom – dice Landini – si è già pronunciata con il referendum approvato dalla assemblea nazionale dei delegati”.
Non c’è alcuna ambiguità nella proposta della “coalizione sociale”
La conclusione non poteva che essere sulla “coalizione sociale”. Ripete, non sarà un partito, non voglio candidarmi alle elezioni, non c’è alcuna ambiguità nella nostra proposta. Ancora: la “coalizione non c’è, va costruita, si devono decidere le iniziative, prevediamo una riunione a metà aprile, sono già molte le associazioni e singole persone che hanno annunciato la loro adesione”. Landini, per concludere, torna da dove era partito: “Unions!”, massima unità di tutte le forme di lavoro. Questa è la “politica che facciamo da più di cento anni e che continueremo a fare, rinnovandoci, per diventare più forti, per essere sempre più vicini ai lavoratori, “provando a cambiare le politiche economiche e sociali di questo governo, guardando a una Europa diversa, una Unione solidale e non in mano ai banchieri. Il lavoro ha bisogno di diritti universali per questo vogliamo riconquistare quelli perduti, per garantirli a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori”.
Da jobsnews.it