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E’ morto il giornalista Giovanni Cesareo, connetteva la conoscenza al “mondo della vita”

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È morto , nella sua casa sul Lago Maggiore, Giovanni Cesareo, giornalista e scrittore, storico critico televisivo dell’Unità e docente di sociologia della comunicazione all’università di Torino e poi a lungo al Politecnico di Milano. Era nato a Palermo nel 1926.

Nei primi anni del dopoguerra lavora nel teatro come autore e critico ed è tra i fondatori del CUT di Roma. È quindi capocronista e inviato a “L’Unità” e poi inviato a “Noi Donne” e a “Vie Nuove”. Negli anni Sessanta e Settanta è critico televisivo, oltre che alla “L’Unità”, a “Sette Giorni”, a “Sipario” e conduce ricerche sulle comunicazioni di massa, lavorando anche con gruppi e circoli di base. Nel 1974 fonda con Giulio A. Maccacaro la nuova serie del mensile “Sapere”. Tra il 1978 e il 1982 è direttore della nuova serie di “Ikon”, rivista dell’Istituto Gemelli di Milano. Nel 1983 fonda e dirige il mensile “Se, Scienza Esperienza”, che cessa le pubblicazioni all’inizio del 1988. È stato docente di Teoria e Tecniche delle Comunicazioni di Massa all’università di Torino e al Politecnico di Milano.
È tra i fondatori del centro di ricerca “I chierici di San Salvador” della Telecom Italia.

Fin dai primi anni della formazione, l’impegno politico e il costante contatto con le più diverse situazioni di disagio sociale, convincono Giovanni Cesareo della necessità di connettere la conoscenza al “mondo della vita” e ai processi di mutamento sociale. Convinzione ribadita dalle sue ricerche sul campo nell’ambito della sociologia della famiglia. Ha quindi cominciato a studiare il mondo della comunicazione in base all’ipotesi che non basta fermarsi all’analisi “messaggio” o del prodotto dei mezzi di comunicazione, ma che è essenziale scrutare l’intero processo di produzione e di consumo dell’informazione e della conoscenza sul piano strutturale e sul piano culturale. Di qui il suo costante interesse per i rapporti fra forme proprietarie, modelli di impresa, organizzazioni del lavoro, uso delle tecnologie e caratteristiche dei prodotti e dei contesti d’uso.

Nel 1974 pubblica per Feltrinelli  “La televisione sprecata”  che costituisce, ancora oggi e non solo nel nostro paese, per l’originalità dell’approccio e il rigore dell’analisi, il punto più alto della riflessione sul giornalismo televisivo.

Altre sue pubblicazioni sono:

La condizione femminile, Milano, 1963 (ripubblicato in edizione ampliata col titolo La contraddizione femminile, Milano, 1978); Anatomia del potere televisivo, Milano, 1970; Fa notizia, Roma, 1981; (con i. rodi) Il mercato dei sogni, Milano, 1996. Articoli, saggi e voci di enciclopedia: Radio e televisione come mass media in Enciclopedia europea, vol. IX, Milano, 1979; La forma di apparato nelle comunicazioni di massa inM. Livolsi (a cura di), Le comunicazioni di massa, Milano, 1981; Towards an electronic democracy in J. WASKO, V. MOSCO (eds.), Changing Patterns of communications controls, Norwood, (NJ), 1984; Miraggi del feticismo tecnologico in A. Zollo (a cura di), Il villaggio di vetro, Roma, 1987; Droga e immaginario in L’esperienza simulata, Trieste, 1989; Privacy and secrecy. Social control and the Prospects for Democracy in the Information system in J.WASKO, V.MOSCO (eds.), Democratic communication, Norwood, (NJ), 1992; La televisione in C. staiano (a cura di), La cultura italiana del Novecento, Roma, 1996; Lo strabismo telematico, Torino, 1996. C. Staiano (a cura di), La cultura italiana del Novecento, Roma, 1996; Lo strabismo telematico, Torino, 1996.


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