Muore il patto del Nazareno, ma nasce il “governo fronda”. Che vuol dire? Che il duo Renzi-Berlusconi ha ufficialmente rotto il proprio sodalizio per ricompattare le divisioni interne dei rispettivi partiti, ma poi negli appuntamenti decisivi – come la votazione della “deforma” costituzionale – trova sottotraccia il modo per continuare ad aiutarsi.
Come? Con la farsa dei “disubbidienti”.
Una categoria inconcepibile in Forza Italia, a meno che il capo non abbia dato in gran segreto l’ordine di sparigliare. Solo così si spiega l’inedita indisciplina della ligia Santanché ed di altri neo-obiettori di coscienza, che dichiarano a favore di telecamera di non poter seguire Berlusconi.
Mentre Verdini tace e si compiace, Berlusconi urla ai quattro venti che FI voterà contro le modifiche costituzionali, sperando che la Lega veda in questa sua ostentata dichiarazione la prova d’opposizione che Salvini gli ha chiesto per parlare di future alleanze.
E il Movimento 5 Stelle voterà contro? Farà scoppiare le contraddizioni del “governo fronda”?
No, esce dall’aula per non votare. Motivo ufficiale: non rendersi complici delle nefandezze della riforma.
Sottotitoli: sperare di ottenere in cambio da Renzi la conferma nell’Italicum del premio alla lista – e non alle coalizioni – .che eviterebbe loro l’obbligo di allearsi alle elezioni. Ed aspirare così di arrivare da soli al ballottaggio. Alla faccia della deforma costituzionale.
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