Il brusco risveglio dell’Emilia Romagna, l’indomani dell’inchiesta “Aemilia” della magistratura, è entrato nei Cento Passi verso la XX Giornata dell’Impegno e della Memoria delle vittime di Mafia che Libera organizza quest’anno a Bologna. Perché tra i percorsi di legalità e l’impegno delle associazioni e delle Istituzioni (a partire dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna) ,si è insinuata come un terremoto la realtà di una penetrazione mafiosa che ha fatto aprire gli occhi sulla rete economica della criminalità, le insospettabili complicità e la sinuosa adattabilità di una parte del mondo economico, politico e sociale di questa regione.
“Tanto tuonò che piovve”: è il caso di dire di fronte alla conferma più plateale possibile della presenza della ‘ndrangheta in una delle regioni più produttive del Paese, l’Emilia-Romagna. Una conferma giunta all’inizio dell’anno da poco iniziato, il 2015 dell’Expo mondiale in programma da maggio in poi a Milano, con il blitz contro le cosche del 28 gennaio ordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna.
Eppure i segnali di una criminale presenza – più che organizzata, mafiosa secondo tutti gli effetti della definizione contenuta nell’art. 416 bis codice penale – non erano mancati anche in un recente passato, contraddistinto da coraggiose inchieste e processi a dir poco illuminanti sulla capacità dei mafiosi di mettere radici in una delle regioni, da sempre, traino economico, civile e morale dell’intero sistema Italia.
Eppure sarebbe bastato prestare ascolto ai tanti gridi d’allarme lanciati dalla magistratura in occasione dell’apertura degli ultimi anni giudiziari e non ridurre tutto a piccole questioni di bottega o alle contrapposizioni tra poteri dello Stato. Gli allarmi non erano mancati, anche nei tre dossier realizzati da Libera Informazione negli ultimi anni, nell’ambito della convenzione stipulata con l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia – Romagna. Ecco: se l’attenzione di istituzioni e pubblica opinione non fosse stata distratta ma più ricettiva, se informazione e società civile avessero svolto al meglio il loro ruolo di coscienza critica, l’operazione “Aemilia” non sarebbe giunta come un fulmine a ciel sereno.
I segnali erano tanti, i reati spia più volte denunciati, i processi che colpivano le cosche ,soprattutto della ‘ndrangheta ma non solo, la stessa scrematura delle white list nella ricostruzione post terremoto, avevano segnalato quella presenza mafiosa che avrebbe dovuto trovare più pronti i cittadini,il mondo economico ed imprenditoriale, anche alcune istituzioni soprattutto locali- Per questo motivo l’analisi del “Mosaico di mafie ed antimafia” di quest’anno, analizza ancora più in profondità i segnali che arrivano dai dati statistici dei reati commessi in Emilia Romagna, incrociati con le analisi della magistratura emerse dalle inchieste di questo scorso anno. Ne emerge un quadro di gruppi criminali e delle loro attività da prendere in seria considerazione; così come vengono ,anche quest’anno, messe in evidenza le buone prassi di alcune Istituzioni che per diventare vere barriere contro i gruppi criminali hanno bisogno di fiducia , partecipazione e sensibilità dei cittadini,tutti, rompendo quella rete di complicità e di “zona grigia” emersa invece nelle inquietanti intercettazioni telefoniche dei Ros che hanno svelato una rete di complicità sulle quali la ‘ndrangheta, la camorra ed altri gruppi sono vissuti e si sono sviluppati in questi anni. Ma la fiducia dei cittadini, che si alimenta di buona politica, ha bisogno oggi più che mai di uno scatto in avanti della sensibilità e delle azioni quotidiane antimafia e contro la corruzione. A questo puntiamo anche con questo nostro Dossier che abbiamo voluto chiamare “Aemilia: un terremoto di nome ‘ndrangheta”. Nella speranza che la conoscenza approfondita di questi fenomeni, contribuisca a ricucire gli strappi che si sono creati nella società di questa Regione, da sempre simbolo di solidarietà e buona politica; ampie fessure nelle quali si è insinuata la criminalità organizzata, da ricucire quanto prima con la coscienza collettiva e partecipata del pericolo che corre la società dell’Emilia Romagna.
Mercoledì 11 marzo , alle ore 11, presso l’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna, Piazzale Aldo Moro n. 50, Bologna, presentazione del Dossier 2014-2015,
Mosaico di mafia ed antimafia – “Aemilia: un terremoto di nome ‘ndrangheta”, curato e realizzato da Libera Informazione.
Partecipano Simonetta Saliera, Presidente Assemblea Legislativa Emilia Romagna
Santo Della Volpe, Presidente Libera Informazione e Presidente Federazione Nazionale della Stampa
Lorenzo Frigerio, coordinatore Libera Informazione
Daniele Borghi, referente Libera Emilia Romagna
Da liberainformazione.org