“Ho scritto queste pagine, che raccontano anni di incontri, nei cinque mesi in cui il giornalista de La Stampa Domenico Quirico era sequestrato in Siria”, con queste parole Mario Calabresi, descrive il libro “A occhi aperti” un viaggio attraverso l’opera di dieci grandi fotografi: Steve McCurry, Josef Koudelka, Don McCullin, Elliott Erwitt, Paul Fusco, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado, che hanno saputo fermare, rivelare, raccontare, un frammento di realtà. Un progetto editoriale tramutato in mostra, a cura di Alessandra Mauro e Lorenza Bravetta, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, fino al 10 maggio 2015.
Le fotografie esposte colpiscono come un impronta che ti resta sulla pelle, occhi in cui vi abita tutto un universo, Steve Mccurry e il suo racconto della vita sommersa dall’acqua, Joseph Koundelka e “gli Zingari” innamorati di volare al suono dei violini oltre la terra, oltre il ricordo di mezzo milione di loro che venne sterminato dai nazisti come rievoca Mario Calabresi nelle sue pagine.
Elliott Erwitt e la razza, l’uomo davanti ai due rubinetti, uno per i bianchi e uno per i neri, nell’America degli anni cinquanta. Sebastião Salgado e i suoi viaggi per testimoniare l’Africa e l’umanità in fuga dalla morte e il suo ritorno di fotografo testimone dopo una crisi alla vita, alla natura, con il progetto “Genesi” la ricerca del mondo delle origini.
Ogni incontro, ogni parola, ogni immagine è un documento significativo, una poesia, una storia raccontata attraverso la macchina da scrivere e la macchina fotografica, uno sguardo sulla memoria che Mario Calabresi e i protagonisti del suo lavoro hanno saputo d’improvviso rivelare.