“Quel che accade oggi a Tunisi riguarda tutti noi, cosi’ come riguardavano tutti noi i fatti di ieri a Parigi e a Copenaghen”. Lo dice il presidente francese Hollande parlando, non a caso, dal dipartimento di antichità orientali del Museo del Louvre. I terroristi uccidono gli uomini e svendono o distruggono a mazzate le statue antiche.
Noi vogliamo – dice il presidente francese – combattere chi uccide e difendere una memoria condivisa della civiltà. Poche ore dopo è la volta del premier Valls che annuncia il disegno di legge per ampliare i poteri dei servizi segreti e della polizia impegnati in indagini antiterrorismo. Il tema e’ delicato: alle domande dei giornalisti sulle possibili limitazioni delle liberta’ personali Valls risponde che il suo governo non intende varare una specie di “patriot act” alla francese. Il riferimento e alla legge voluta da Bush che sacrifico’ una serie di libertà personali sull’altare della lotta al terrorismo all’indomani dell’11 settembre. E nonostante le sue rassicurazioni molti difensori dei diritti civili denunciano la violazione dei diritti individuali. Il dibattito si posta nelle aule parlamentari. Rinunciare alle liberta’ sia pure in nome della sicurezza vorrebbe dire abdicare a uno dei cardini della democrazia in europa. E sarebbe un’altra vittoria dei terroristi, forse la piu’ insidiosa.