Venerdì 30 gennaio, una folata di rabbia e distruzione ha percorso le campagne del Westmoreland in Giamaica, arrivando fin quasi alla Mecca del turismo, il centro balneare di Negril.
Un ragazzo di 23 anni, Kemar Powell, della piccola comunità agricola di Delveland, era deceduto in seguito alle percosse riportate dopo che, la notte di mercoledì 28, era sfrecciato con il suo motorino davanti a una pattuglia di Negril. Gli agenti hanno inseguito il mezzo, fino a investirlo. Secondo le testimonianze dei presenti, tra cui la zia del ragazzo, i poliziotti hanno infierito con bastoni e manganelli sul ragazzo, spaccandogli il cranio. Caricato il corpo su un furgone, gli agenti per disprezzo hanno scaraventato il motorino sul corpo esanime, girando a vuoto per tutta la notte, fino all’intervento della famiglia che li ha costretti a scaricare Kemar all’ospedale, dove è morto il giorno successivo.
I tumulti sono iniziati subito dopo, coinvolgendo l’adiacente cittadina di Little London, da cui si dirama la statale che, costeggiando le piantagioni di canna da zucchero, giunge a Negril. Blocchi stradali a base di pneumatici incendiati, macigni posti nel mezzo della carreggiata, e alberi abbattuti per impedire il transito di furgoni della polizia e autovetture, hanno caratterizzato la rivolta, mentre centinaia di persone sparse nelle campagne e lungo la strada principale che conduce a Negril, esprimevano la loro ira con cartelli contro la brutalità delle forze dell’ordine, che miete una media di 300 vittime l’anno. In prossimità della fabbrica dello zucchero è stato appiccato il fuoco a diverse coltivazioni, e l’asfalto della strada danneggiato dalle fiamme. L’ira della gente è esacerbata dalla mancanza di acqua, specchio del degrado in cui versa la maggior parte della popolazione rurale, la quale non può permettersi l’alto costo delle bollette di National Water Commission, la società che gestisce l’acqua pubblica.
Verso sera, il massiccio intervento delle Forze Speciali, coadiuvato dagli elicotteri dell’esercito, che nel 2010 a Tivoli Gardens falciarono la gente dall’alto, ha ripreso il controllo della situazione sulla statale, rimuovendo parte dei blocchi, tra colonne di traffico impazzito; focolai di rivolta continuano tuttavia nelle aree rurali. Indecom, la Commissione indipendente che indaga su gli omicidi delle forze dell’ordine, sta conducendo le indagini per determinare le fasi del decesso del giovane motociclista. Sequestrate le armi dei poliziotti indiziati.
Sebbene le cifre di gennaio non siano ancora ufficiali, si aggirano già intorno alla trentina gli omicidi extra-giudiziari.
Fonte: “Il Manifesto”, 2 febbraio 2015