Lo diceva già Giannini fin dagli inizi del suo dicastero e lo Renzi nel suo recente “Buona Scuola” fa la ola: «…detraendo fiscalmente almeno parte della retta, vorremmo dare la possibilità anche a due operai di scegliere per il figlio scuola pubblica o paritaria…».
Premesso che per oltre 13mila paritarie lo Stato eroga fondi per circa mezzo miliardo cui vanno aggiunti i contributi locali (Miur 2013). Se però quegli studenti fossero ospiti nelle strutture pubbliche con quei denari potremmo mantenerne a stento meno di un quarto (!). La causa è sì data da sprechi, pessima organizzazione e lassismo, ma anche dall’indubbio fatto che la scuola pubblica eroga retribuzioni, applica leggi e tutele sul lavoro ineccepibili che spesso difettano invece nelle paritarie rendendo così il costo del personale (oltre che…non paritario) senz’altro meno oneroso.
Ciò premesso intanto mi e vi chiedo: a)lo Renzi il munifico sa a quanto ammonta lo stipendio annuo di due operai? b)conosce le rette annue (versate anticipatamente) delle scuole private? La c) più avanti. Con circa 2.200 euro il mese (già ricche perché tantissime sono a 300 euro in meno) una famiglia di tre persone oggi può vivere esclusivamente con soldi centellinati, imprevisti pari e dispari compresi. E’ da questi che potrebbe cacciare le migliaia d’euro utili a parificarsi (tra rette, conguagli, ammennicoli) che poi il fisco in parte “restituirebbe” uno o due anni dopo?
E veniamo alla domanda c): per parificare il privato bisognerebbe prima ficcare in pari e purificare il (paria) pubblico. Com’è che invece le nostre pubbliche scuole sono da sempre storia (stortura) pubblica paritaria solo a degrado parietale e parentali intrallazzi, mai purificati?