Bartolomeo Vanzetti diceva: “Io voglio: un tetto per ogni famiglia, del pane per ogni bocca, educazione per ogni cuore, luce per ogni intelligenza”. Penso a queste parole che capeggiano nella testata del blog di una mia amica, penso alle 29 persone che oggi sono morte di freddo nel mare di Lampedusa, persone che potevano essere salvate. Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, ha detto che il governo non può ignorare le conseguenze della fine dell’operazione Mare Nostrum. Mare Nostrum era una missione nata dopo la tragedia dell’ottobre 2013, quando quasi 400 persone persero la vita a poche miglia dal porto di Lampedusa, missione che si è conclusa nel novembre 2014. Non esiste ancora a oggi una politica europea che si prenda cura dei migranti, non esistono accordi internazionali per accogliere chi scappa dalle guerre, dalle dittature, dalla fame, dalla povertà. Molti italiani pensano che le persone che pagano agli sciacalli il viaggio, in cui è riposta una qualche minima speranza di vita, si muovano unicamente per venire a recare disturbo a noi che viviamo al caldo nelle nostre case. Come sempre, forse oggi più di ieri, leggo commenti carichi di disprezzo, parole prive di un qualche minimo rimasuglio di umanità. Sui migranti in troppi si sono dimenticati degli affari di Mafia Capitale e invece molti ricordano la bufala sui fantomatici soldi destinati agli stranieri, ma appunto pur sapendo che si tratta di una notizia falsa, la usano per riversare la loro rabbia su queste persone colpevoli soltanto di aver cercato una via di fuga.
Il nostro paese, che ha dato la vita al migrante Bartolomeo Vanzetti, sembra non ricordare più il valore di un tetto per ogni famiglia , un tetto vero, sicuro, lontano dalle bombe e dai mitra. Non ci si sforza di comprendere quanto sia fondamentale il pane per ogni bocca, eppure i nostri vecchi ci hanno insegnato che dove si mangia in due si mangia anche in tre e che la solidarietà è l’unica speranza per andare avanti tutti. Non si dà importanza all’educazione per ogni cuore che è alla base di ogni civiltà: nessun bambino dovrebbe vivere sotto i bombardamenti, nessun bambino dovrebbe vivere in un campo profughi, nessun bambino dovrebbe lavorare o essere costretto a vendere il proprio corpo. L’educazione per ogni cuore, come allenamento costante perché nessuno prevalga mai sull’altro, perché solo allenando il nostro cuore possiamo impedire che questo veleno divori interamente l’umanità di noi che viviamo dall’altra parte del mare. Dovremmo alimentare la luce per ogni intelligenza, per far prevalere la ragione sopra ogni egoismo.
Le 29 vite umane che si sono imbarcate in condizione disperate e che si sono spente per il freddo meriterebbero almeno un po’ di umana comprensione. Non possiamo più tacere di fronte ai nostri governi pronti solo a dire frasi di circostanza ogni qual volta si ripresentano tragedie del genere, non possiamo più tacere di fronte al disprezzo della vita umana che tanti nostri connazionali manifestano. Nessuna vita vale più di un’altra.