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‘Ndrangheta, una relazione allarmante

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Le conclusioni della relazione annuale del successore di Piero Grasso alla procura nazionale Antimafia è, a dir poco, allarmante da due punti di vista. Non è una novità per chi studia queste cose o ha a che fare ogni giorno con la lotta alle mafie, il primato acquisito da alcuni anni dall’associazione ndranghetista che ha conquistato ormai una posizione di predominio nella galassia delle associazioni mafiose a discapito-secondo il dottor Franco Roberto-delle altre compagini associative come quella primogenita siciliana.

La mafia calabrese-secondo la procura nazionale- si è specializzata in appalti pubblici, entrando nel privato laddove si realizza una collaborazione tra pubblico e privato. Il porto di approdo della cocaina dalle Americhe è Gioia Tauro proprio per i rapporti diretti e privilegiati che l’associazione calabrese ha instaurato con i cartelli colombiani di produzione. Da questo punto di vista è una novità, sia pur relativa, che l’Emilia Romagna e Bologna in particolare è entrata a far parte delle terre di mafia. Inoltre è in corso un’indagine approfondita sul “protocollo farfalla” di cui si è parlato negli ultimi anni che configurerebbe , a quanto pare, un’indagine su alcuni magistrati compiuti per conto di misteriose entità.  Il procuratore Roberti ha anche accennato-e non poteva essere diversamente dato quella che sta succedendo in Libia percorsa da millesettecento fazioni in lotta tra loro e due governi diversi che si fronteggiano con differenti  orientamenti- al “tema dell’immigrazione clandestina che si incrocia con il tema del terrorismo internazionale a cui si dedicano ormai due sigle diverse, Al Qaeda e il secondo califfato islamico meglio noto come ISIS, che si colloca tra la Siria e l’IRAQ e continua a reclutare giova ni europei e occidentali.

Per Roberti è importante  l’obbligo di iscrizione delle imprese operanti in determinati settori ritenuti particolarmente a rischio di infiltra zioni mafiose in una white list di “elenchi dei forni tori”, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazioni mafiose”.  A proposito del protocollo farfalla, noto altrimenti come protocollo fantasma, Roberti ha sottolineato che l’arresto di alcuni esponenti non ha bloccato la sua misteriosa attività.

Quanto a Cosa Nostra, la cattura dei suoi capi non le impedisce di esistere e il capo risulta essere anche ora Salvatore Riina. Cosa Nostra rinnova il suo interesse per il traffico di stupefacenti e per la gestione dei “giochi” sia legali che illegali. Sul porto di Gioia Tauro, la Procura nazionale ha ricordato che nel solo periodo osservato di recente, dal giugno 2012 al giugno 2013, quasi la metà della cocaina sequestrata in Italia (circa 1600 su circa 3700 complessivi) è stata intercettata a Gioia Tauro. Importante e sottolineata più volte è la trasformazione del capoluogo bolognese in una terra di mafia come ha peso la posizione finalmente chiara dopo troppi anni di silenzio dei vertici della Chiesa e del pontificato cattolico contro le mafie dal discorso di Giovanni Paolo II nella valle dei Templi alle prese di posizioni costanti e anche molto recenti di Papa  Francesco contro i mafiosi.

Insomma, è persino poco parlare di relazione allarmante. Che le mafie stiano benissimo lo attesta con questa relazione anche la Procura nazionale antimafia ideata da Giovanni Falcone nel 1991 e realizzata superando  notevoli difficoltà alcuni anni dopo.


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