“La tregua fragile”, Repubblica apre con l’Ucraina. Altan disegna un soldato che spara a un altro soldato: “desolato ma la tregua vige da domenica”, “Oh che peccato” si rammarica il morituro. Il cessate il fuoco, rimandato a domenica, rappresenta un pericolo per gli 8mila soldati di Kiev circondati dai filo russi. Si ritirano? Obama ha subito chiesto a Putin di ritirare i suoi soldati, ma la Russia vuole prima garanzie che l’Ucraina arrivino armi Nato. Tregua, dunque, evviva la Cacelliera: “Sette capitali in tre giorni -dice Repubblica- Angela regina d’Europa” ma tregua fragile!
“Grecia, salvataggio più vicino” annuncia la Stampa. “Berlino e BCE aprono ad Atene. Riparte la trattativa per il salvataggio”. Sempre Merkel ha fatto un passo, ricordando come “l’Europa abbia sempre saputo trovato la mediazione nie momenti importanti”. Draghi, da parte sua, ha concesso altri 5 miliardi per l’emergenza. Certo – spiega il Corriere- la trattativa Schäuble-Varoufakis si gioca ancora sulle parole “estendere o emendare” (le vecchie intese con la Troika),ma lo spirito sembra diverso Il Manifesto sente “profumo d’intesa” e ilsole24ore spiega che “Se un Paese lasciasse l’Eurozona, S&P abbasserebbe il giudizio sulla Bce. A cascata, anche quello dell’Italia”.
A proposito, traduco un trafiletto dalla prima pagina di El Pais: “Tsipras ieri ha rivevuto ieri l’appoggio di Francia e Cipro. Mentre Irlanda, Spagna e Portogallo, appana usciti dalla recessione, sono stati particolarmente duri con Atene”. Non pervenuta la posizione italiana. Va bene che secondo Il Dole “Renzi è al lavoro per cambiare la politica economica europea”, ma l’accordo con la Grecia, oltre a essere giusto, ci conviene, perchè, come scrive Repubblica, con il “GrecExit” le banche italiane perderebbero “61,2 miliardi”.
Banche, appunto. Il Corriere dedica il titolo principale a certi loro affari: “La lista segreta degli evasori”, è il titolo. Si spiega che la procura di Milano indaga su frode fiscale, e riciclaggio. Nel mirino, fra gli altri, il deputato Pd, oggi in carcere, Francantonio Genovese: avrebbe portato all’estero 16 milioni. La procura di Roma indaga, invece, per insider trading. Il Presidente del Consiglio ha annunciato il 16 gennaio, a borsa chiusa, che le Popolari sarebbero diventate SpA. Qualcuno, però, sapeva prima e ha lucrato 10 milioni di euro. Il Giornale esulta: “aperta un’inchiesta sul decreto Renzi”. Libero: “Indagine sui pasticci di Renzi con le banche”. Il Fatto si rivolge a Federica Sciarelli: “Chi l’ha vista? Il mistero della Boschi sparita”. La ministra aveva infatti detto di non aver partecipato al Consiglio dei Ministri dove si decideva (anche) sul papà (Banca dell’Etruria) perchè impegnata in Parlamento. Quel giorno però nessuno l’avrebbe vista nè alla Camera nè in Senato.
Ancora Corriere: “La Camera va a oltranza, bagarre e insulti”. A oltranza e con una caciare indegna, per approvare la riforma (costituzionale) del Senato! Colpa delle opposizioni? Può darsi, ma anche del governo e della sua irragionevole fretta. “Camere ricattate, la Carta a rischio” dice al Fatto Alessandro Pace. Mentre Massimo Franco, Corriere, osserva che “La fine del patto mette in luce anche i problemi di Palazzo Chigi”. Proprio così! Riforma del Senato e riforma elettorale avrebbero bisogno di un buon tagliando che le renda compatibili con la democrtazia liberale che vogliamo continuare a essere. Tagliando inevitabile e che il Presidente della Repubblica seguirà con cura. Quanto dovremo aspettare perchè Matteo Renzi spieghi ai suoi fan che non si può procedere per strappi e a forza di ricatti?
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