ROMA – Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha riferito questa mattina alla Camera in relazione alla situazione in Libia, oltre duecento erano i deputati che nell’Aula hanno ascoltato l’informativa urgente del ministro, terminata alla 10.
Gentiloni ha avuto ieri in tarda serata un colloquio telefonico con il Segretario di Stato americano John Kerry. Nel corso del colloquio, i responsabili per la politica estera di Italia e Stati Uniti, si apprende, hanno discusso a lungo dell’evoluzione della crisi libica.
Gentiloni: in prima fila contro terrorismo ma no crociate
Questa mattina il ministro, riferendo alla Camera, ha sottolineato la gravità della situazione in Libia che presenta un “grave deterioramento del quadro di sicurezza”. “E’ evidente il rischio di saldatura tra gruppi locali e Isis” ha spiegato Gentiloni. “Siamo in prima fila di fronte al terrorismo. E questo non é l’annuncio di avventure né tantomeno di crociate. E’ quello che stiamo facendo nella coalizione militare anti-Isis. E’ il modo in cui un Paese civile risponde alla barbarie”.
Gentiloni ha sottolineato inoltre l’importanza di un aumento degli sforzi da parte della comunità internazionale “prima che sia troppo tardi”. “L’Italia è pronta ad assumersi responsabilità di primo piano: è pronta al monitoraggio del cessate il fuoco, al mantenimento della pace, a lavorare per la riabilitazione delle infrastrutture, per l’addestramento militare in un quadro di integrazione con l’esercito regolare, siamo pronti a curare e sanare le ferite della guerra e siamo pronti a riprendere il vasto programma di cooperazione con la Libia”, ha aggiunto Gentiloni.
Italia pronta ma serve soluzione politica
“L’unica soluzione” alla crisi libica “è quella politica”, ha dichiarato Gentiloni sottolineando l’importanza dell’azione diplomatica. “L’Italia – ha spiegato in tal senso il ministro- ha deciso, sin dal primo momento di sostenere senza sosta lo sforzo di mediazione delle Nazioni unite” in Libia.
4.800 militari nei servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili
Ieri sera intanto il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha espresso parere favorevole sulle modalità di attuazione, fino al 30 giugno 2015, del piano di impiego del contingente di 4.800 militari nei servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili che assicureranno la prosecuzione dell’operazione ‘Strade sicure’ anche per le esigenze di contrasto al terrorismo.
Oggi è atteso il consiglio di sicurezza dell’Onu. Nel frattempo i governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti condannando fermamente tutti gli atti di terrorismo in Libia, in una nota congiunta hanno dichiarano che la comunità internazionale “è pronta a sostenere pienamente un governo di unità nazionale per affrontare le sfide attuali della Libia”.
Da dazebao.it