“Mi capita molto spesso quando un discorso non mi convince o vi percepisco una nota stonata: comincio a distrarmi. Ho un modo piuttosto personale di farlo, mi soffermo su come parla l’interlocutore invece che su cosa dice”. L’avvocato Guido Guerrieri è così: normale nella sua quotidianità ma speciale quando deve scegliere la direzione da seguire ne “La regola dell’equilibrio”, ultimo libro di Gianrico Carofiglio (Einaudi Stile Libero, pagg. 280, euro 19,00).
Bari e Lecce: scorci di vita, paesaggi, palazzi, sapori e odori della provincia italiana dove vive e svolge la sua professione Guerrieri che per la prima volta si trova a dover difendere un giudice, ex compagno di scuola, accusato di corruzione e che in uno dei primi incontri mette le cose in chiaro: “Io sono molto incazzato, Guido, non voglio solo essere prosciolto il più presto possibile. Voglio che il mio nome sia ripulito del tutto dagli schizzi di questa spazzatura e che i responsabili paghino”.
E Guerrieri tra sé pensa che la “spazzatura non schizza. Schizzano cose fluide come il fango o la merda, per non girarci troppo attorno. La spazzatura è solida. Parlare di schizzi di spazzatura significa costruire una metafora difettosa (…)”.
Metafore difettose pur di convincere se stessi e gli altri delle proprie ragioni e l’avvocato Guerrieri lo capisce, passo dopo passo durante la sua avventura nella quale riappare Annapaola una ex conoscenza; un tempo giornalista, ora misteriosa e attraente investigatrice il cui accesso ad informazioni riservate è l’anello di congiunzione tra la condotta del difensore e le decisioni che assume.
Guido Guerrieri è una vecchia amicizia dello stesso autore che su di lui ha già scritto: nel 2002″ Testimone inconsapevole”, l’anno successivo ” Ad occhi chiusi”, nel 2006 “Ragionevoli dubbi” e “Le perfezioni provvisorie” pubblicato nel 2010.
Il protagonista de “La regola dell’equilibrio” non si prende mai troppo sul serio, ama lasciarsi sorprendere è un attento osservatore e sa essere molto paziente. Anche con Ignazio (un vicino con qualche disagio psicologico) che si piazza nel suo studio assillandolo con la richiesta di sigarette e confidandogli il segreto della sua scoperta: il macellaio della madre a suo avviso produce mortadella con carne di cane. E alla domanda:”Come lo hai saputo?”. Ignazio risponde categorico: “La voce corre, fra i cani del quartiere”.
Nessun accanimento di narrazione con fogli di verbali d’interrogatorio in questo racconto cosí scorrevole da farsi leggere tutto d’un fiato anche nella parte dell’indagine difensiva che rappresenta il nucleo centrale dal quale si diramano e si innescano i dubbi, le riflessioni e i dilemmi con cui si confronta il protagonista.
Di questo suo ultimo lavoro Gianrico Carofiglio ha detto: “Guerrieri si ritrova avvolto in un caso complicato che lo lacera. È davanti a una questione centrale: il rapporto lasco con alcuni dei temi della morale. In questo senso, il romanzo è molto italiano. Da noi c’è un’inclinazione diffusa ad autogiustificarci, è una tendenza della nostra vita pubblica. Ed è sicuramente un problema di questo Paese più che di altri Paesi”.
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