“Siamo sbalorditi dalla decisione della Giunta per le autorizzazioni del Senato che, quasi all’unanimità, ha ritenuto che le parole di Calderoli contro l’allora Ministra Kyenge sono insindacabili e quindi che il senatore leghista non è perseguibile per istigazione all’odio razziale. Lo scorso anno, in occasione della campagna diffamatoria contro Cecile Kyenge, l’Arci ha promosso una campagna di comunicazione a sostegno dell’allora Ministra e contro il razzismo”. Lo scrive in una nota Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci.
“Che i senatori della Giunta per le autorizzazioni considerino insindacabile l’intervento di uno dei principali predicatori di odio del nostro Paese, spiega bene quanto la distanza tra il palazzo e le persone rischia di essere incolmabile. Dopo l’attentato di Parigi, il razzismo nei confronti dei migranti e delle persone di religione islamica è aumentato dappertutto in Europa. Il successo elettorale della Lega nell’ultima tornata di elezioni regionali ha aumentato lo spazio che a questo partito, esplicitamente razzista, viene dedicato sugli organi di informazione. Considerare parere legittimo una frase che alimenta il razzismo e l’odio è irresponsabile. Facciamo appello al Presidente del Consiglio che ha votato a favore di Calderoli, nonché al presidente del Senato affinché intervenga per fermare una decisione sbagliata e pericolosa. Chiediamo ai partiti di prendere le distanze da questa decisione che alimenterà il ricorso al razzismo come strumento di propaganda elettorale e moltiplicherà la popolarità di predicatori d’odio come Calderoli”.