Le indagini riguardano il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. In precedenza la Dda etnea aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, ma il Gip in udienza camerale ha sollecitato nuove indagini.
La Procura guidata da Giovanni Salvi ha diramato una nota nella quale vengono sottolineati alcuni punti salienti dell’indagine appena conclusa: “La contestazione si fonda sulla ricostruzione di una serie di vicende che iniziano negli anni ’70 e si protraggono nel tempo fino ad anni recenti; si tratta in particolare della partecipazione ad iniziative imprenditoriali nelle quali risultano coinvolti forti interessi riconducibili all’organizzazione Cosa Nostra, catanese e palermitana.”
“Negli atti sono confluiti anche i documenti provenienti dagli accertamenti condotti in collegamento con le Autorità svizzere e che hanno consentito, attraverso un complesso di atti di indagine, di acquisire la certezza dell’esistenza di diversi conti bancari. In quelli per i quali sono state sin qui ottenute le necessarie informazioni sono risultate depositate ingenti somme di denaro (52.695.031), che non erano state dichiarate in occasione di precedenti scudi fiscali; la successiva indicazione da parte dell’indagato della provenienza delle somme, non documentata, ha trovato smentita negli accertamenti condotti”.