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Il festino della Grecia. E noi

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La partita che si sta giocando in Europa sul destino della Grecia non può non interessarci anche se rischiamo di fare più gli spettatori che i giocatori di fronte al primato indubbio della Germania, il paese  più ricco del Continente guidato da una leader  molto attiva e fattiva come Angela Merkel.

Ad Atene il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha rivelato il nuovo piano che il governo Tsipras intende portare all’Eurogruppo che prevede il famoso programma ponte da collegarsi a un “new deal” con i creditori che dovrebbe entrare in vigore nel prossimo settembre con le modifiche previste al mix di politica economica perseguita dai precedenti governi ellenici.

Nonostante le obiezioni del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeble che ha ribadito che “nessuno al di fuori della Grecia può essere ritenuto responsabile per i problemi greci”, il primo ministro greco ha chiesto un nuovo colloquio telefonico con il presidente della Commissione europea Junker e a lui vuole presentare il nuovo piano elaborato ad Atene.

La proposta è articolata in quattro punti precisi. Il primo punto prevede che il trenta per cento del Memorandum concordato con la troika europea. Quel documento sarebbe sostituito da dieci nuove riforme da applicare con la collaborazione dell’OCSE. Il secondo punto abbassa l’obbiettivo di avanzo primario della Grecia al 3% del PIL per quest’anno con una riduzione all’1,49 per cento.

In terzo luogo le autorità vorrebbero ridurre il debito greco attraverso un piano di swap che prevede la trasformazione dei prestiti in bond che possano essere ripagati solo se il Paese cresce e la creazione di bond perpetui, cioè la trasformazione dei bond detenuti dalla BCE in bond che pagano solo  una cedola.

Inoltre l’advisor del debito Matthieu Pigasse di Lazar ha proposto la cancellazione di cento miliardi di euro di debito della Grecia e questo permetterebbe al Paese di tagliare il fardello in linea con i target indicati dalle autorità internazionali nel piano di salvataggio.

Il quarto punto del piano di Tsipras chiede di poter intervenire per affrontare la “crisi umanitaria” con interventi a sostegno della popolazione(aumento del salario minimo a 750 euro, concessione di  elettricità e buoni pasto per le famiglie indigenti, aumento del limite fiscale di esenzione, ripristino della 13ma mensilità per i pensionati minimi,sanità pubblica,ecc.) così come è nel programma presentato domenica scorsa al parlamento greco da Tsipras. Le fonti del ministero greco hanno riferito che la Grecia vorrebbe incassare 1,9 miliardi di euro di profitti dai titoli greci detenuti dall’Eurosistema e cercherà di emettere buoni del Tesoro a sei mesi,circa otto miliardi di euro sopra il limite di 15 miliardi di euro che la Grecia ha già superato. L’ultima tranche di prestiti necessaria per l’importo di 7,2 miliardi di euro potrebbe esser sborsata dai creditori e incassata da Atene. Se la Commissione presieduta da Junker accettasse in parte o del tutto il piano di Atene, le cose attuali potrebbero cambiare e gli altri Paesi(a cominciare dal nostro) farebbero bene a considerare con serietà la possibilità di salvare la Grecia dopo la vittoria di Tsipras.


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