Il 12 febbraio, nella prima udienza del nuovo processo nei confronti di Baher Mohamed e Mohamed Fahmy, due dei tre giornalisti rimasti in carcere dopo il rilascio e l’espulsione di Peter Greste, il giudice ha disposto il rilascio provvisorio su cauzione dei due imputati. Baher Mohamed e Mohamed Fahmy erano in carcere da oltre un anno. Il 1° gennaio 2015 la Corte di cassazione aveva annullato le condanne inflitte in primo grado per diffusione di notizie false e presunti legami con la Fratellanza musulmana, ordinando un nuovo processo.
Nel frattempo un terzo giornalista arrestato con loro, Peter Greste, era stato rilasciato il 1° febbraio ed espulso verso l’Australia, suo paese di origine, grazie a una legge che prevede l’espulsione di cittadini stranieri perché scontino la pena o siano processati in patria “nei casi di più grande interesse per lo stato”. Anche Mohamed Fahmy, che ha doppia cittadinanza canadese ed egiziana, aveva chiesto di essere rilasciato ed espulso. La scorsa settimana i suoi familiari hanno denunciato pressioni perché egli rinunci alla cittadinanza canadese in cambio del ritorno in libertà. Tiriamo un sospiro di sollievo, dunque, fino al verdetto atteso il 23 febbraio.
Resta il fatto che tre giornalisti hanno trascorso un anno e più in carcere, colpevoli unicamente di aver svolto il loro lavoro. Le autorità egiziane devono porre fine a questo tormento, annullare le accuse e rilasciarle Baher Mohamed e Mohamed Fahmy.