Vi siete mai posti il quesito “di chi sia il giornale che leggete? Quali interessi nasconde o può perorare?” Ebbene è un quesito non banale la cui risposta, nella maggioranza dei casi, è drammaticamente palese. La concentrazione dell’informazione infatti in Italia è riconducibile, nella maggior parte dei casi, ai medesimi soggetti, ai medesimi poteri.
Di questo non sempre c’è la consapevolezza ed è un dramma, perché partendo dal presupposto che il pluralismo informativo è una necessità imprescindibile per una democrazia matura, avere la concentrazione dei media e delle fonti nelle medesime mani, rende la democrazia vulnerabile, incompleta. Partendo da queste considerazioni, ma anche alla luce della traumatica chiusura del giornale free per cui lavoravamo, una parte della redazione de “Il Quotidiano del Fvg” ha deciso di mettersi in gioco costruendo un progetto editoriale nuovo con caratteristiche innovative, o meglio riunendo in un unico contenitore digitale quelle potenzialità che la rete può offrire in termini di multimedialità e diffusione. Non è facile sintetizzare un dibattito andato avanti fra noi per oltre due mesi, un ragionamento iniziato quando, con in mano virtualmente le lettere di licenziamento e nella testa il trauma di aver visto l’ultimo numero del nostro giornale non stampato perché l’editore non gradiva l’editoriale di “commiato” del direttore, abbiamo compreso che l’unica strada era quella di non piangerci addosso e reagire rimboccandoci le maniche e mettendoci in gioco. Così è nato il quotidiano telematico e-Paper (www.e-paper.it) editato dall’associazione “Il Quotidiano nuovo” che ha operato la scelta di dare vita a un prodotto di “giornalismo partecipativo”, protagonisti insomma anche i lettori seguiti però da professionisti che pongono al centro della loro azione le notizie, il commento e il ragionamento su queste. Un giornale quindi aperto alle opinioni e al contributo di tutti, ma con una doppia caratteristica, l’assenza di pubblicità sostituita dall’abbonamento associativo a basso costo, di 6 euro al mese. Inutile dire che il motore del progetto, anche perché non vi è nessun “paperone” a coprirgli le spalle, ha benzina limitata, potrà marciare solo se riuscirà, in un ragionevole lasso di tempo, a raggiungere un numero sufficiente di abbonamenti per consentire la stabilizzazione economica della struttura; per questo fondamentale è che si conosca il nostro progetto. E-Paper insomma non è solo un giornale online di informazione e una scommessa, è una speranza che anche in Italia si possa far crescere un tipo di giornalismo libero dalle pastoie applicate da editori più o meno improvvisati che tutto hanno in mente tranne l’obiettivo di fornire al Paese voci libere da condizionamenti.
Il progetto in continua evoluzione, nasce da alcune constatazioni: la prima, quella principe, è relativa alla violenza che viene fatta spesso nei confronti della veridicità delle notizie e della libertà di opinione. Non basta più infatti, come in passato, che i giornalisti seguano correttamente i principi di deontologia professionale, il ricatto, soprattutto per i soggetti precari (ormai la maggior parte) è sempre dietro l’angolo. Difficilmente anche il più “illuminato” editore lo sarà abbastanza da fornire alla propria redazione piena libertà, e questo perché nella genericità dei casi, si tratta di imprenditori portatori di interessi economici diversi da quelli editoriali. Insomma, l’editoria italiana, nel suo complesso, soffre della presenza di uomini riconducibili sempre a interessi di parte, siano essi finanziari che politici. Il risultato, nonostante gli sforzi di molti giornalisti, è che i prodotti soffrono di una mancanza di autonomia ed indipendenza che è spesso palese, addirittura dichiarata, ma nella maggior parte dei casi strisciante, nascosta fra le righe dei testi o nella faziosità di taluni servizi giornalistici. Se poi aggiungiamo anche l’aspetto pubblicitario e la pretesa di piegare alle logiche commerciali la redazione, il pasticcio è completo. La nostra è quindi una volontà comune che nasce da un desiderio di indipendenza, sia democratica che professionale.
Il Giornale avrà tre postazioni di riferimento: Roma, Milano e, naturalmente Udine dove ha sede la direzione, ma userà tutte le tecnologia che consentiranno ai propri collaboratori di essere presenti dai territori in una logica di redazioni virtuali diffuse.
Diciamo subito, a scanso di equivoci, che la scelta di realizzare un prodotto editoriale a pagamento in internet è stata molto ragionata, sofferta ma alla fine condivisa. Da qui la decisione di chiedere ai nostri unici veri punti di riferimento, i lettori, di sostenerci per aiutarci a creare uno strumento editoriale libero da condizionamenti economici. Niente editori ingombranti, niente sudditanza alla pubblicità. Nessuna mediazione fra noi che il giornale lo facciamo e chi lo legge.
Insomma chiediamo di dare forza a un’idea che non è altro che un ideale di libertà e pluralismo.