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Caffè, sigarette e fornelli: i riti dei detenuti nelle carceri italiane

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La mostra fotografica si chiama “Pure ‘n carcere ‘o sanno fa'” e a volerla è stato il Garante regionale del Piemonte. Vi sono raccolti una ventina di scatti del fotografo cuneese Davide Dutto, che ha immortalato i detenuti nell’atto di cucinare o preparare la moka

TORINO – In “Don Raffaé”, una delle sue canzoni più famose, il compianto Fabrizio De André raccontava la quotidianità del carcere attraverso una serie di dialoghi tra i detenuti che aspettavano insieme il gorgoglio della moka, per gustare uno dei pochi piaceri ancora concessi a chi è rinchiuso in cella, quello del caffè. Venticinque anni dopo, il fotografo cuneese Davide Dutto ha preso a prestito uno dei versi di quella canzone per dare titolo a un esperimento sulla stessa falsariga. Realizzata su impulso del Garante regionale dei detenuti per il Piemonte, “Pure ’n carcere ‘o sanno fa’” raccoglie una serie di scatti realizzati nelle case circondariali  di Fossano (Cuneo), Saluzzo, Alessandria e al “Lorusso e Cutugno” di Torino. Ritratti soprattutto durante la preparazione della moka, i detenuti sono immortalati anche in cucina, a tavola o durante il lavoro nei laboratori allestiti dalle cooperative presenti negli istituti di pena.

“La mostra – spiega Dutto – rappresenta l’evoluzione di un progetto iniziato nel 2003 con la mia associazione cuneese, Sapori reclusi, che si occupa principalmente di osservare la cucina e il cibo nelle carceri italiane attraverso la fotografia. Mentre aspettavamo il caffé, a ogni detenuto chiedemmo di raccontarci una storia, che abbiamo poi trascritto con l’intenzione di farne delle didascalie per le foto”.  Quegli aneddoti ora accompagnano i venti scatti che dallo scorso lunedì possono essere visitati nell’Ufficio relazioni con il pubblico del Consiglio regionale del Piemonte. C’è il Nord Africano che racconta di un momento di profonda solitudine, quando “nella tazzina piena di caffè, scura, amara, vedevo solo brutti presagi”; quello che alle 7 di ogni mattina si sveglia per andare in cucina a  preparare la moca per tutto il suo braccio, “facendo attenzione a non fare troppo rumore, che a quell’ora in carcere dormono ancora tutti”; o ancora il Senegalese, che racconta di non aver mai conosciuto il sapore del caffè prima di venire in Italia, come nemmeno quello della reclusione.  “In carcere – racconta Dutto – la preparazione della moka è un vero e proprio rito, un momento di condivisione e di evasione dalla quotidianità della reclusione. Ogni cella ha una sua variante, che spesso nasce dalla contaminazione delle varie ricette regionali: qualcuno, assieme alla miscela, mette un chicco di sale grosso o una fogliolina di menta; quasi tutti poi, preparano la cremina con lo zucchero e la prima parte del liquido, e anche qui  le varianti sono infinite. Gli arabi offrono il caffè alla turca ai detenuti italiani, e viceversa”.

Inaugurata alla presenza del presidente del Consiglio regionale Bruno Mellano, e del Garante dei detenuti Mario Laus, la mostra è realizzata con la collaborazione della rete del Caffè Sospeso, circuito di bar ed esercizi commerciali che stanno cercando di riportare in auge la vecchia usanza di lasciare un caffè pagato per chi non può più permetterselo. Al progetto ha inoltre preso parte la rete delle cooperative che lavorano con i detenuti all’interno delle carceri piemontesi: come “Fumne”, l’atelier nato nella sezione femminile del Lorusso e Cutugno di Torino, dove un gruppo di detenute realizza oggetti per la casa, abiti e accessori da donna. All’inaugurazione, inoltre, era presente il regista e sindaco di Fossano Davide Sordella, che ha presentar tre lavori realizzati con i detenuti della casa circondariali del suo comune: il cortometraggio “La squadra” e i videoclip “Pausa caffè” e “Pausa sigaretta”.

“Pure ’n carcere ‘o sanno fa’” rimarrò aperta fino al prossimo 3 marzo nell’Ufficio relazioni con il pubblico del Consiglio regionale del Piemonte, in via dell’Arsenale 14. La mostra è visitabile negli orari di apertura dell’Urp, ovvero dal lunedì al venerdì dalle le 9 alle 13 e dalle 14 alle 16. Per informazioni  800 101011 (ams)

Da redattoresociale.it


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