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“Kyenge sembra un orango”. Per il Senato Calderoli non è razzista. E’ solo “eccessivo”

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Una decisione grave e imbarazzante quella della Giunta delle immunità parlamentari del Senato che ieri ha respinto la proposta – avanzata da Vito Crimi (M5S) – di concedere l‘autorizzazione a procedere contro il senatore Roberto Calderoli per le dichiarazioni razziste e offensive contro l’ex ministra Cecile Kyenge.
Per chi se lo fosse dimenticato l’esponente leghista nonché (ahinoi) vicepresidente del Senato nel luglio del 2013 in un comizio a Treviglio apostrofò l’ex ministra Cecile Kyenge come “orango”. “Amo gli animali – tuonò sul palco – orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango”.

All’indomani di quell’imbarazzante dichiarazione lanciammo sul sito Change.org una petizione per chiedere le dimissioni di Calderoli. Oltre 180mila cittadini la firmarono in pochi giorni, indignati e disgustati da quell’affermazione, espressione di una sub cultura razzista per troppo tempo accettata o derubricata a “eccessi verbali”. Ed è inaccettabile invocare la libertà di espressione di fronte a dichiarazioni opposte allo spirito della Costituzione e della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo.

Per questo la decisione assunta dalla Giunta delle immunità è sconcertante e ci auguriamo che l’aula del Senato la corregga rapidamente.
Il razzismo non è un’opinione ma un reato. Ed è ancora più grave se a commetterlo è un alto rappresentante delle istituzioni.

#cacciamoilrazzismodalleistituzioni


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