L’unica notizia degna di nota che riguarda gli incontri fra Renzi Matteo, nella qualità di segretario del Pd, e le delegazioni dei partiti per un primo confronto sul candidato a presidente della Repubblica, è che Berlusconi non si è presentato. Ha mandato solo i capigruppo. Uno sgarbo sul quale ci sono diverse versioni. La prima: ricevuta la notizia che la Procura della Repubblica di Milano aveva espresso parere contrario alla richiesta di liberazione anticipata di 45 giorni, era in preda ad una crisi di nervi. Non avrebbe potuto fare a meno di far presente al premier che la situazione era intollerabile. Facesse qualcosa, insomma. Io quello che dovevo fare, dare i voti al Senato per far approvare l’Italicum, l’ho fatto. Ma che devo dargli ancora…. E giù una parolaccia. La seconda: che vuole vedersi faccia a faccia, senza scomode presenze. Ma come, ha detto al Giglio magico, al Nazareno ci sono anche persone estranee, si riferiva alla delegazione del Pd. Io non ci parlo. La terza: ma non eravamo già d’accordo? Per il resto gli incontri non hanno detto niente. Non si capisce a cosa siano serviti. Avete presente quando si incontrano due cani? Si guardano, girano l’uno attorno all’altro, si annusano. Se va bene c’è un matrimonio. Altrimenti, a coda ritta, se ne vanno, magari abbaiano.
Una girandola di incontri al Nazareno per non dire niente
Così la girandola di incontri al Nazareno. Fuori uno dentro l’altro. Di che hanno discusso? Mistero, solo ciacole. Eppure si deve eleggere il presidente della Repubblica, il presidente di tutti gli italiani. Ai quali viene negato il diritto di sapere. La trasparenza? Un optional. Eppure prendete Renzi: comincia alle prime ore del mattino a twittare su tutto e su tutti, prosegue per la giornata e la notte. Anche gli altri non ci scherzano, la politica si fa con tweet, facebook, hashtag. Quasi un linguaggio segreto, perché il popolo non sappia. Si dice che fra qualche tempo useranno il linguaggio dei gesti, così evitano perfino di scrivere. Se andiamo a leggere le dichiarazioni, molto scarne, eppure quando vogliono questi politici sono ciarlieri, veniamo informati, ma lo sapevamo già che Pd, Forza Italia, Ncd voteranno scheda bianca per le prime tre votazioni. Non sono certi di avere la maggioranza necessaria per cui andando in bianco non c’è bisogno di fare il nome dei candidati, anzi del candidato, perché Renzi ne presenterà uno solo, prendere o lasciare. In questo modo pensa di neutralizzare un eventuale dissenso . Se a questi (la minoranza, ndr), dice alla sua gente, dai il dito ti prendono una mano. Se presenti una rosa, la situazione diventa incontrollabile. Lui ne sa qualcosa, vedi famosi 101 che fecero fuori Prodi. Si tratta di mettere insieme 505 voti, mentre per le prime tre votazioni ne servono 672, molto difficile.
Il candidato? Un “politico”, “solido”, “moderato”, con esperienza internazionale . Sembra Casini
Tirando le somme della giornata “molto intensa” dicono in coro i dirigenti dei partiti, si viene a sapere: che il candidato sarà un “politico”, quindi i “tecnici” tutti fuori. Il segretario del pd aggiunge “solido”. Mettiamo insieme ed arriviamo ad un “politico solido”. Insomma non deve essere liquido. Cosa voglia dire non lo sappiamo. Accordo da parte dei contraenti del Patto del Nazareno cui viene concesso l’ingresso anche ad Alfano di eleggere alla quarta votazione il nuovo inquilino del Colle. Si dice che si è discusso il “profilo” del candidato. Gli 007 politici si sono spremute le meningi. “C’è stato un confronto sui principi di merito per l’individuazione di un profilo alto, noi riteniamo che la figura di un politico sia una garanzia importante in tal senso”, ha detto Giannini . Arriva Angelino Alfano: “In modo molto chiaro – dice -, abbiamo chiesto che il prossimo presidente della Repubblica sia un politico che abbia militato nelle istituzioni, abbia rapporti internazionali e sia un politico. Non è il momento per un tecnico al Quirinale”. Pare fatto a immagine e somiglianza di Pier Ferdi Casini. Un profilo, quello delineato dal ministro dell’Interno, che avrebbe incontrato il favore di Renzi, sostengono i bene informati. Nunzia De Girolamo ci mette del suo: “Vogliamo un moderato, non il solito comunista”.
Salvini e Meloni vanno a braccetto. Un solo nome
Salvini (Lega): “Votiamo il nostro nome dalla prima votazione. Purtroppo ha la sfiga di non essere di sinistra”. “Gli abbiamo detto che non vorremmo né Prodi né Amato, presenteremo un candidato comune con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni”. Arrivano gli autonomisti del Trentino (Südtiroler Volkspartei, Unione per il Trentino), disponibili a votare per Anna Finocchiaro, Sergio Mattarella e Graziano Delrio. Poi, Idv, Psi e Gal. “Noi chiediamo un uomo di Stato autorevole e onesto”, è la posizione dell’Italia dei Valori con il segretario Ignazio Messina. “Il nuovo presidente della Repubblica deve avere le caratteristiche di Giuliano Amato”, ha sostenuto Riccardo Nencini (Psi). Vincenzo D’Anna, senatore di Gal: il premier comunicherà il ‘suo’ nome per il Colle al massimo entro venerdì mattina. Lo sa lui, ma quelli del partito del premier non lo sanno.
Grillo annuncia le “quirinarie”: una “rosa” con dentro Prodi
Si parla addirittura della presentazione del candidato da parte di Renzi giovedì mattina, a poca distanza dalla seduta congiunta dei parlamentari e degli eletti dalle Regioni, prima votazione alle ore 15, seconda e terza venerdì mattina e pomeriggio, quarta sabato mattina. Mentre le delegazioni dei partiti entrano ed escono dal Nazareno arrivano notizie dei grillini. Terranno una riunione alla Camera per definire i nomi. Tra questi c’è anche il nome di Prodi, che Pippo Civati continua a indicare come il candidato del Pd.
Da ora a giovedì che succede? Incontri a ripetizione. Berlusconi, forse, si reca a Palazzo Chigi, faccia a faccia con Renzi, niente delegazione Pd. Tra mercoledì e giovedì dovrebbe svolgersi un nuovo incontro tra le delegazioni di Forza Italia e Area popolare (Ncd-Udc) che per la scelta del presidente della Repubblica hanno stretto un patto di consultazione.
Da jobsnews.it