Il discorso sullo Stato dell’Unione è un appuntamento annuale decisivo nell’agenda politica di ogni presidente USA. In gennaio, in genere il penultimo martedì, il presidente si reca al Congresso, riunito in seduta congiunta col Senato, e pronuncia un discorso che è insieme il consuntivo della sua attività di governo e una sorta di rilancio programmatico. Nel caso del discorso di martedì 20 di Obama, si è trattato in realtà di una sorta di rilancio del programma del suo ultimo biennio alla Casa Bianca e una sfida alla maggioranza repubblicana che guida il Congresso. Infatti, il presidente ha chiesto proprio ai Repubblicani di “voltare pagina”, sostenendo una politica economica espansiva a favore delle classi medie, perché “l’ombra della crisi è passata”. Ed è anche il momento, ha detto Obama, di rendere gratuita la frequenza ai “community college”, i licei pubblici, di elevare i crediti di imposta per l’istruzione e l’assistenza sanitaria ai minori, e di imporre nuove tasse e imposte a chi detiene altissimi redditi e alle grandi istituzioni finanziarie.
La fine della crisi e le nuove opportunità per gli americani
“Siamo usciti dalla recessione più liberi di scrivere il nostro futuro, rispetto a qualunque altra nazione sulla Terra”, ha detto Obama. “Accetteremo un’economia in cui solo pochi di noi fanno spettacolarmente bene? O c’impegneremo in un’economia che genera alti redditi e occasioni per tutti coloro che ci provano? Stasera, io chiedo al Congresso di mostrare al mondo che siamo uniti in questa missione. Abbiamo bisogno di questa autorevolezza”, ha proseguito. E ha esaltato i risultati economici di questi ultimi mesi per gli Stati Uniti: crescita dell’occupazione, abbattimento del deficit, e rallentamento degli aumenti dei costi per l’assistenza sanitaria prevista dalla sua legge di riforma. “Sono buone notizie per la gente”, ha commentato il presidente Usa. “Il verdetto è chiaro, l’economia delle classi medie funziona. Espandere le opportunità funziona. E queste politiche continueranno a funzionare, a meno che la politica non intenda cambiare strada”. Ha rivendicato l’azione aggressiva della sua Amministrazione sui cambiamenti climatici e ha ripetuto con forza che con lui gli USA non torneranno mai indietro nelle politiche di sostegno al sistema dell’immigrazione. Ha ribadito il sostegno a nuove regole per gli Internet provider e per un miglioramento delle leggi interne a ciascuno stato degli USA che limitano la competizione per servizi ad elevata velocità.
Aumentare l’imposta sui redditi da capitale per finanziare scuole e sanità pubbliche
Ai suoi interlocutori repubblicani, che sono intervenuti criticamente contro il suo discorso, Obama ha ripetuto che non ha alcun timore né dei veti minacciati né del cedimento eventuale della sua popolarità tra gli americani. Anzi, ha detto testardamente che effettuerà un prelievo di 320 miliardi di dollari dall’aumento delle tasse sui ricchi (una proposta che ha rilevato dal libro di Piketty) nei prossimi dieci anni. Ciò significa elevare l’imposta sui redditi da capitale dall’attuale 23.8 per cento al 28%, e indurre le grandi istituzioni finanziarie – il cui valore superi i 50 miliardi di dollari – a pagare nuove imposte. Sono introiti che permetteranno agli USA, secondo le proiezioni di Obama, di pagare la scuola pubblica ai ragazzi americani con investimenti pari a 60 miliardi di dollari. Ciò significa un credito scolastico di 500 dollari per una famiglia con due coniugi lavoratori, un sussidio fino a 2.500 dollari l’anno per l’iscrizione alla scuola pubblica, e fino a 3000 dollari di sconto fiscale per il college. “È giunto il momento”, ha affermato perentorio Obama, “di non trattare più l’assistenza ai minori come una questione laterale, o come una questione delle donne, ma come una priorità economica nazionale che vale per tutti”.
La politica estera
In materia di politica estera, Obama ha sostenuto che la lotta per sconfiggere lo Stato islamico “richiede del tempo. Richiede concentrazione. Ma vinceremo”. Ed ha concluso, sui recenti attacchi di hacker nordcoreani e islamisti: “governiamo meglio quando combiniamo potenza militare con diplomazia forte, quando condividiamo la nostra potenza costruendo coalizioni, quando non permettiamo alle nostre paure di accecarci dinanzi alle opportunità che questo nuovo secolo presenta. Se non agiamo, renderemo la nostra nazione e la nostra economia vulnerabili. Se invece agiamo, potremo continuare a proteggere le tecnologie che hanno liberato opportunità inedite per i popoli in tutto il mondo”.
Beppe Pisa
Da jobsnews.it