La questione di queste due ragazze, sicuramente mal consigliate e avventate nei loro comportamenti, origina infatti dalla più grande tragedia della storia contemporanea, rimossa dalle nostre coscienze: quella del popolo siriano, sottoposto per mezzo secolo a una spaventosa dittatura basata su 16 servizi segreti, su detenzioni arbitrarie giustificate da leggi speciali mai rimosse dal golpe che portò al potere Hafiz al-Assad e poi dal 2011 ad un’autentica politica genocidaria.
Il Nunzio Apostolico in Siria, Monsignor Mario Zenari, ha ricordato che in Siria si muore letteralmente di fame. Che interi quartieri vengono privati di acqua, cibo, medicinali: gli aiuti umanitari internazionali infatti non possono avervi accesso. Sono parole tanto terribili quanto rimosse.
E intanto le bombe al cloro, proibite dal diritto internazionale, continuano a martellare intere città, popolazioni civili stremate private di tutto, insieme ai famigerati barili-bomba.
E’ in questo contesto fatto da un “sistema umanitario” che si è dimostrato impotente, da una comunità internazionale che per vari calcoli non ha ritenuto di intervenire neanche dopo il massacro chimico della Ghouta, di cui quasi nessuno parla più ma che molti rapporti internazionali riconoscono ovviamente come prodotto del regime, è in questo contesto che le due ragazze, di certo in modo incauto, decidono che non è possibile restare silenti, immobili, indifferenti. Una colpa? O un segno di residua sebbene incauta e avventata umanità?
Uno dei frutti più perversi di questo inumano conflitto è stato infatti quello di consentire a un regime criminale di trasformare in criminali i suoi oppositori, i suoi avversari (coadiuvati in questo da tanti altri nemici della Primavera, a cominciare dal Qatar).
Il capolavoro è stata certamente quella legge di amnistia varata sul finire del 2012 che ha consentito al regime di portare fuori dai lager siriani e iracheni tanti cittadini trasformati da quella abominevole esperienza in pericolosissimi jihadisti. Controllati, quasi spiati dai servizi, nel silenzio di molti osservatori, gli uomini dell’ISIS si sono impossessati dei territori liberati senza mai dover combattere l’esercito lealista, hanno sconfitto gli insorti e legittimato così il regime quale male minore.
Questo disastro umano incalcolabile e dalle conseguenze gravissime per ciascuno di noi può cambiare il futuro di tutta l’area del Mediterraneo.
Questo sarà probabilmente il frutto di una politica internazionale europea di cui assai poco si è discusso. E chi si è dimenticato che la prima fatwa contro la libertà di pensiero è stata emessa da Khomeini presto avrà molto tempo per andare a rileggere i libri di storia. A dire il vero l’auspicio, solo umano perché politicamente sarà troppo tardi, è che scopra anche che i kamikaze, sconosciuti nella pur lunga storia islamica, hanno fatto la loro irruzione nella storia mediorientale dopo la rivoluzione khomeinista.
Tutto questo meriterebbe attenzione, ma non ne ha. Ma la cosa più grave di tutte è che l’assoluta inconsapevolezza, spesso strumentalizzata da sub beghe elettorali, ci porti a parlare di “clandestini musulmani” ,ovviamente considerabili tutti terroristi e non vittime. Clandestini, cioè migranti illegali, non rifugiati politici che fuggono da una persecuzione senza limiti. Capita di prendere lucciole per lanterne a chi capisce il mondo leggendo intercettazioni telefoniche, invece che guardando quello che brilla sotto il sole, da anni.
La colpa di Greta e Vanessa è dunque quella di non aver voluto chiudere gli occhi, sebbene in modo avventato e spontaneista, davanti all’enormità di un mondo silente al cospetto di un regime che ha fatto costruire la sua macchina repressiva dal più stretto collaboratore del famigerato Adolf Eichmann, Alois Brunner.
Dunque per noi quando il Nunzio Apostolico a Damasco, monsignor Mario Zenari, dice che in Siria è in corso la strage degli innocenti è come se tacesse. Perché l’ordine culturale di Assad ci sta prendendo. E questo è mortale.