Mi è accaduto di leggere, tra i molti “pezzi” che sfoglio ogni giorno, nella mazzetta quotidiana dei giornali, un articolo di Marina Boscaino di cui vale la pena di par lare perché tra le tante cose che mi capitano davanti agli occhi appare uno dei pochi tentativi di fare i conti con i problemi che sono davanti agli osservatori stranieri e italiani. Lo dico io dopo aver fatto per quasi tre anni il responsabile per l’Istruzione di uno dei partiti del centro-sinistra in tempi lontani un ventennio dall’attuale confusione del ventunesimo secolo.
Dicevo che la Boscaino dice subito, nel suo intervento su Il Fatto quotidiano alcune cose che è il caso di appuntare. La prima è che la legge di stabilità è stata approvata portando con sé lo stanziamento di un miliardo (di cui la metà subito disponibili) di euro per un piano di 150mila assunzioni: atto dovuto dopo la sentenza del novembre scorso della Corte Europea di Giustizia sulle inadempienze italiane.
Assunzioni peraltro-aggiunge subito l’ex sottosegretaria-che “costeranno molto care alla scuola italiana nel suo complesso. Nella Legge di Stabilità vengono confermati i tagli al personale assistente amministrativo (2,020 unità);ai distacchi del personale della tossicodipendenza ed i comandi presso le associazioni professionali del personale direttivo e docente a partire dall’anno 2016-2017; tutti i comandi presso qualunque amministrazione dello Stato, ad eccezione di quelli presso il MIUR per l’autonomia, i coordinatori regionali per l’educazione motoria ed i supervisori dei tirocini presso le università).
Viene confermata l’eliminazione degli esoneri e dei semiesoneri ai docenti vicari. Per le assenze dei docenti non verranno chiamati supplenti fin dal primo giorno. Estremamente difficile risulterà la sostituzione del personale assente collaboratore scolastico e assistente amministrativo; mentre non si prevede neppure la possibilità di sostituire gli assistenti tecnici assenti. Ma aggiunge la Boscaino- e sono molto d’accordo con lei-” il costo del piano assunzioni non si limitano a questo tagliuzzamento estemporaneo, che dimostra come chi abbia lavorato alla Finanziaria non conosca o non abbia voglia di conoscere come funzionino gli istituti scolastici.”
Sono stati inoltre finanziate con duecento milioni di euro le scuole paritarie e sono stati reperiti dieci milioni per finanziare l’istituto INVALSI con un emendamento passato in extremis a poche ore dal l’approvazione definitiva del testo. Per il resto il taglio di alcuni diritti maturati: blocco dell’indennità della vacanza contrattuale fino al 2018. Infine non sappiamo ancora come saranno composte le commissioni che dovranno valutare gli studenti a fine percorso. A questo punto una cosa è almeno chiara: l’istruzione non è al centro dei pensieri del governo Renzi come pure il presidente del Consiglio proclama quasi ogni giorno.