“Il nome è Mattarella”, annuncia Repubblica. “Renzi sfida Berlusconi”,(nientemeno!), Stampa. “La sfida di Renzi su Mattarella”, Corriere della Sera. Il giovane premier è stato messo sotto pressione. Da Berlusconi, che ha preteso un faccia a faccia per togliere al Pd, e consegnare al Patto del Nazareno, lo ius primae noctis, il diritto-dovere di scegliere il nome vero per il Quirinale. Dargliela vinta, sarebbe stato troppo, e poi Renzi si è accorto che fare melina alle prime tre votazioni sarebbe stato rischioso perché, se una pattuglia mista (qualche elettore del Pd, di SEL, degli ex 5Stelle) avesse votato Prodi anziché scheda bianca, poi il premier avrebbe dovuto spiegare perché Prodi no. Tanto più che i nomi di Prodi e di Bersani sono stati inseriti nella (tardiva) consultazione grillina. Ecco che Guerini ha fatto un nome secco, sia pure annunciando di prevedere una “partita lunga e aperta”.
Sergio Mattarella, figlio di Bernardo che fu ministro “moroteo” quando la mafia votava DC, ma fratello di Piersanti, ammazzato dalla Mafia per aver tentato di cambiare verso alla politica nell’Isola. Più volte ministro, tra prima e seconda repubblica. Dei rapporti con il Parlamento, dell’Istruzione (si dimise nel 90 contro il varo della legge Mammì, che sanciva il duopolio Rai Mediaset, e Berlusconi non gliela ha mai perdonata) poi della Difesa e vice presidente del Consiglio con Massimo D’Alema. Nel 2008 tornò docente di Diritto Parlamentare, nel 2011 entrò a far parte della Corte Costituzionale. Un curriculum di tutto rispetto, cui manca solo una proiezione internazionale.
Renzi ha ormai ottenuto quello a cui più teneva, la legge elettorale per scegliere un Sindaco d’Italia e non si aspetta sorprese da Mattarella. Ieri, al gruppo Pd del Senato, ha detto testualmente il Presidente dell Rpubblica deve “garantire la possibilità di cambiare la Costituzione”. Inoltre vorrebbe ricucire con parte della minoranza Pd e puntare a concludere la legislatura. Infine non vuole apparire ostaggio di Berlusconi. Meglio trattare con Confalonieri – ieri lo ha incontrato – sul futuro Mediaset. Dunque Mattarella. Come andrà? Tutto il Pd lo voterebbe, ma Renzi ha fatto correre troppi cavalli, da Fassino a Del Rio, da Finocchiaro a Franceschini, perché qualche frustrazione non si esprima nell’urna. Berlusconi non ha avuto il rispetto che chiedeva. Alfano si chiede cosa ci sta a fare lui se non può scegliere “il cattolico” che serve. Infine qualcuno – Luigi La Spina, Stampa – si premura di avvertire Renzi che rischia “una grande delusione..se spera di ottenere riconoscenza da colui che avrà contribuito a scegliere”. Lo dice la storia e lo suggerisce il fatto che Mattarella faccia parte della Corte che ha bocciato un Porcellum non troppo diverso dall’Italicum. Abbiamo il candidato e anche la suspense.
Dal mondo. “Hezbollah attacca Israele, nuovi venti di guerra”, Repubblica. Attacco previsto e forse auspicato. Perché Netanyahu quando ha ordinato di ammazzare militanti Hezbollah che combattevano in Siria contro il Califfato, doveva scontare una reazione violenta. In Israele si vota, la destra rischia di perdere, la guerra può servire.
“Crolla la borsa greca. Bond al 17%”, Sole24ore. “La nuova sinistra (greca) si è già spaccata”, gufa il Giornale. In realtà Tsipras ha annullato la vendita a investitori stranieri (cinesi) del Porto del Pireo e la privatizzazione dell’energia elettrica. E “ha annunciato il ripristino delle tredicesime per le pensioni basse e la reintroduzione del vecchio salario minimo a 751 euro”, la Stampa. Quanto a banche e borsa, martoriate e sull’orlo di una crisi di nervi, puntano sul “bailout renegotiation”, Financial Times.
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