“E’ stato accertato che una donna di 37 anni, tra la 24 e 28 settimana di gestazione, con il concorso di due medici di Corigliano calabro ha simulato un incidente stradale, provocando la morte del bimbo che aveva in grembo, per conseguire il risarcimento del danno…” E’ news di oggi.
Ben prima dell’accertamento, gli inquirenti avranno attivato accertamenti scrupolosi (quanto lunghi) e assiduo monitoraggio perché probabilmente è da moltissimo che quella struttura organizzativa, al fine di soddisfare il bisogno di denaro delinquenziale, agiva su tutti i fronti ché certi orrori non nascono mica dal nulla! Partono magari dal classico: “ti servono soldi? Simula un incidente con danni a persone” per arrivare, cammin ed esperienza facendo, a: “… e se per caso sei incinta di figlio indesiderato ci metti dentro pure un aborto procurato in quel modo lì, invece che con IVG che rende niente. E’ impresa che coinvolge un po’ di medici tra diagnostici e strumentali, ma il riscatto è buono per poterci guadagnare tutti”.
Da qui diventa poi facile rendere l’assunto ordinaria amministrazione per business “regolare” d’imprenditoria criminale e, specie nel sud (dati i costi assicurativi storicamente più elevati) s’ha ben ragione di pensare che “il capitale sociale” è pingue. E’ da parecchio però che in molti ormai evadono l’assicurazione obbligatoria. Chissà, perciò, se è già stato pensato d’impiantare vera e propria organizzazione di “assicurati pagatori puntuali per finti incidenti coadiuvati da medici di ‘sta mutua assistenza ”? Se sì non osiamo immaginare che potrebbe accadere agli “abusivi” cioè chi proseguendo a pagare in proprio il premio assicurativo, il finto incidente se lo creano da soli! Saranno trattati come paria oppure dovranno pagare un pizzo per avere gli stessi “trattamenti” di quegli altri?