Entro due settimane il decreto per i 500 giovani da impegnare in zone post-conflitto o con emergenze ambientali. Pressing sull’Ue per il servizio civile europeo, asse con la Francia per arrivarci. Bobba: “Disponibile già per i giovani del servizio civile 2015 la certificazione delle competenze professionali”
ROMA – Doveva arrivare nella calza della befana, arriverà per i giorni della merla: dieci giorni di pazienza, insomma, e il decreto sui Corpi civili di pace sarà emanato dal ministero del Lavoro e Politiche sociali, dando il via libera alla sperimentazione attesa ormai da 12 mesi. I numeri sono piccoli, l’impegno finanziario non è elevato, ma la novità dei Corpi civili di pace, come quella dell’Erasmus del servizio civile sono prospettive che il governo continua ad inseguire. Ne ha parlato il sottosegretario Bobba in conferenza stampa a Palazzo Chigi, presentando il punto sulle partenze del 2015, che coinvolgeranno circa 50 mila giovani.
“Avevo promesso il decreto nella calza della Befana, non ce l’abbiamo fatta ma per i giorni della merla arriverà certamente”. Questione di giorni, dunque: entro l’inizio di febbraio sarà finalmente data attuazione alla legge di stabilità del dicembre 2013 che prevedeva la sperimentazione per un triennio, a partire dal 2014 e fino al 2016. Si tratta di nove milioni per l’invio di circa 500 giovani in zone di post-conflitto o per emergenze ambientali. “E’ un intervento limitato nei numeri ma che qualifica in generale l’intervento sul servizio civile”. Fra i motivi del ritardo, fa capire Bobba, c’è anche quello della sicurezza per i giovani impegnati in aree di crisi. “Il decreto va emanato di concerto con il ministero degli Esteri e il lavoro di coinvolgimento è stato lungo, sia per l’individuazione delle località dove i giovani andranno a svolgere le loro attività sia per la predisposizione di adeguate direttive e sistemi di protezione”. “L’intento – specifica Bobba – è positivo ma insieme all’intento bisogna creare anche le condizioni perché questo si realizzi. Per questo pensiamo anche ad una formazione rafforzata, vista la particolarità dei compiti che dovranno svolgere”. Inoltre è previsto anche un “monitoraggio da parte di qualche istituzione universitaria per avere alla fine un valutazione dell’esperienza da parte di un’istituzione non governativa”. La legge del dicembre 2013 prevedeva una sperimentazione su tre anni, 2014-2016: “Un anno è passato, tutte le risorse saranno spese nel biennio 2015-16”. L’obiettivo finale è quello di “far diventare una scelta ordinaria del paese quella che per ora è una scelta sperimentale”.
ERASMUS DEL SERVIZIO CIVILE – Ma l’obiettivo del governo è anche quello di alimentare sempre più la dimensione europea del servizio civile. “Siamo partner di un progetto europeo finanziato con 3 milioni di euro dalla Commissione Ue che vuole sperimentare il servizio civile europeo: sono coinvolti sette paesi di cui tre attuatori, l’Italia, la Francia e la Gran Bretagna. E’ una sperimentazione pilota, un primo passo per una sorta di Erasmus del servizio civile”. In questo anticipo di servizio civile europeo – dice Bobba – noi crediamo molto: abbiamo rilanciato questa prospettiva a metà dicembre in un Forum informale a Bruxelles alla presenza anche del nuovo commissario europeo alle politiche giovanili e nelle prossime settimane prenderemo iniziative perché la Commissione valuti specifiche iniziative in tal senso”. Il dibattito, fa notare il sottosegretario al Welfare, è aperto dal momento che in Francia, a seguito dei fatti terroristici di Parigi, è stata avanzata la proposta di un servizio civile obbligatorio europeo, che ancori i giovani alla cittadinanza nazionale ed europea: presenteremo con la Francia una proposta di servizio bi-nazionale come elemento di avvicinamento a questa prospettiva”.
CERTIFICATO COMPETENZE PROFESSIONALI PER TUTTI – Nel 2015 ci sarà anche l’importante elemento legislativo con l’esame della legge delega che riforma il servizio civile e introduce il servizio civile universale: la strada delineata è sostanzialmente condivisa, arriveranno le opportune integrazioni e correzioni ma è fondamentale che rimane basilare l’idea di un servizio che abbia come cardine l’appartenenza alla propria comunità, il senso di cittadinanza e che si esprime con un servizio volontario a favore dei cittadini deboli e più in generale con obiettivi sociali. Ma – continua Bobba – “il servizio va visto anche come un’opportunità vera per la formazione, in vista di un percorso professionale”. Da questo punto di vista “è stato formato con decreto ministeriale un comitato guidato dall’Isfol per creare un sistema di certificazione delle competenze: la legge delega è ancora in Parlamento ma abbiamo voluto anticipare i lavori in modo che anche i giovani che faranno il servizio civile nel corso del 2015 possano avere al termine del proprio percorso, diciamo all’inizio del 2016, una certificazione delle loro competenze”. “Bisogna costruire un sistema affidabile, perché la certificazione sia fatta in modo adeguato”.
In conclusione, Bobba segnala anche la volontà di realizzare un intesa con il ministero dell’Istruzione per sperimentare in 20 scuole italiane una forma di impegno volontario con ragazzi che hanno maggiori difficoltà ad impegnarsi in una dimensione volontaria. “Abbiamo delle risorse sufficienti per arrivare a circa 50 mila partenza, naturalmente dobbiamo usarle al meglio, selezionare in modo adeguato i progetti e fare le verifiche necessarie perché i progetti siano fatti al meglio: sono importanti i numeri ma ci vuole anche qualità”. (ska)