Frontex e Marina Militare tra polemiche e rivalità

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C’è da restare perplessi davanti ad alcune recenti manovre della politica italiana sull’immigrazione ma anche alle imprecise informazioni che, sul punto, vengono date alla stampa. A ottobre, in una conferenza stampa, il ministro dell’interno Alfano, presente la Pinotti, collega della difesa, aveva annunciato la fine, dal primo novembre, della operazione Mare Nostrum. Elogiata da più parti, anche nel contesto internazionale, criticata da alcuni parlamentari della destra e della Lega, Mare Nostrum, come noto, ha consentito di salvare oltre centomila vite umane, dalla sua attivazione, nell’ottobre 2013, subito dopo la morte, in mare, nei pressi di Lampedusa, di oltre trecento migranti. E’ iniziata, dunque, Tritone, con mezzi navali (pochi, solo sei di cui 3 italiani, 2 maltesi e 1 islandese al 31 dicembre) e risorse umane di diversi paesi europei (troppi quelli destinati alle sole “interviste” dei migranti), sotto l’egida di Frontex. In due mesi di attività, Tritone ha effettuato interventi in mare nei confronti di 4.782 migranti di cui 1025 entro le dieci miglia (l’area di stratta competenza) e ben 3.757 in attività di soccorso in un’area operativa di oltre le 30 miglia. Mare Nostrum ( rectius il “dispositivo navale di sorveglianza e sicurezza marittima” della Marina Militare), criticata da alcune parti politiche perché considerata, a torto, una sorta di “polo di attrazione” per  i migranti che salpano dalle coste libiche, sta, in realtà, proseguendo a “ranghi” ridotti, spingendosi a ridosso delle coste libiche nei casi emergenziali ed ha salvato 4.181 persone. La situazione ha creato qualche polemica con i tecnici della Direzione Centrale dell’Immigrazione del Ministero dell’Interno che, con non poca fatica, avevano raggiunto un accordo con Frontex per pattugliare, con “forze europee”, il canale di Sicilia.  La ministra Pinotti, recentemente, “sollecitata” dalle alte gerarchie della Marina Militare, che rivendicano una sorta di “supremazia” in mare (in quanto mal sopportano la presenza di Frontex ), ma anche da autorevoli organismi umanitari e della Chiesa, aveva preso carta e penna, indirizzando ad Alfano una lettera con cui aveva chiesto il contributo di 3,5 milioni di euro al mese, per proseguire con un pattugliamento, a ridosso delle coste libiche, con due fregate e una nave di “appoggio sanitario”, ai fini della ricerca e soccorso in mare dei migranti. Nella sostanza un’operazione minore ( da non chiamare Mare Nostrum per evitare altre polemiche politiche e contrasti con Frontex) ma con finalità diverse da Tritone. Meritoria l’iniziativa della Pinotti, anche se dall’UE il nostro paese dovrebbe pretendere molto di più in questo ambito. Si pensi, per esempio, al budget del 2014 di Frontex, che ammonta a circa 90 milioni di euro ( nel 2015 sarà ben oltre i 100 milioni) di cui soltanto poco più di 20 spesi nelle diverse operazioni in mare già concluse. Mentre, dunque, ci sono questi “problemi” di carattere operativo e di coordinamento in mare, ci si chiede quali iniziative concrete abbia assunto il nostro Governo in relazione alle mozioni accolte nella seduta del 16 maggio 2014 ( eravamo alla vigilia delle elezioni europee e sul tema c’era molta più attenzione) alla Camera dei Deputati in tema di immigrazione. Che fine ha fatto (lo ricordiamo) l’impegno di “..adoperarsi per realizzare (…) un ufficio europeo dell’immigrazione, in territorio nordafricano… e l’altro, non meno importante, di istituzione, d’intesa con i partner europei, di presidi dell’UE  “..per un preventivo screening delle domande dei richiedenti la protezione internazionale, anche per  evitare che i migranti possano diventare merce per i trafficanti di esseri umani”? Senza queste realizzazioni si potrà fare ben poco per controllare il flusso migratorio e mettere alle corde i trafficanti di persone (si pensi all’ingente “fatturato” criminale milionario solo del 2014 moltiplicando le persone sbarcate per il costo medio di 2mila euro procapite). Continuano, infatti, a partire, dalle coste nordafricane, migliaia di persone ( 170.002 nel 2014 al 31 dicembre), in prevalenza dalla Libia (141.484), paese che si trova in una situazione destabilizzante pericolosissima per tutta l’UE ma anche dall’Egitto (15.283) e dalla Turchia (9.544), con le organizzazioni di trafficanti che non si fanno certo scrupoli di mandare allo sbaraglio la manovalanza degli “scafisti”( 58 quelli arrestati dal primo novembre al 31 dicembre). Le pessime previsioni meteo del mare facevano ritenere possibile un rallentamento del flusso migratorio in questo periodo dell’anno. Invece questo non è avvenuto ed i soccorsi di 16.423 migranti negli ultimi due mesi dell’anno, sono l’ennesima conferma di un flusso inarrestabile. Fino a quando?


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