Nel periodo a cavallo tra l’anno vecchio e l’anno nuovo si sono scontrati al cinema due film di genere fantastici, L’hobbit la battaglia delle cinque armate di Peter Jackson e Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores. Gli incassi hanno, come era prevedibile, premiato il primo, terzo capitolo della saga dedicata all’antefatto de Il signore degli anelli che ha allungato il brodo di un libro di trecento pagine, ma il secondo non è dispiaciuto e ha indicato una possibile strada al fantastico in salsa italiana, partendo dall’archetipo dei supereroi.
I generi del fantastico, fantascienza e fantasy in particolare, sembrano comunque incontrare da diversi anni l’interesse di un pubblico sempre più vasto, del resto basta andare a farsi un giro a qualsiasi fiera del fumetto, a cominciare da quella di Lucca, la più grande e importante italiana, per capire come ormai non siano solo ormai un fenomeno di fandom di quattro geek.
Il cinema, aiutato anche dagli effetti speciali di nuova generazione, da anni presenta pellicole in tema, con risultati però altalenanti. All’ottimo successo della prima trilogia dell’anello di Peter Jackson, che de Il signore degli anelli rispettava complessità e lunghezza di trama, e della saga di Harry Potter, hanno fatto da contraltare i flop di Eragon e La bussola d’oro, e il poco interesse per i sia pur interessanti Stardust e Mirrormask, quest’ultimo uscito solo per il mercato home video.
La saga dell’Hobbit ha attirato sì pubblico in sala in questi tre appuntamenti natalizi, ma con una storia a tratti davvero stanca e che tirava ad allungare e ad accumulare, senza riuscire ad essere davvero convincente. Tutto sommato, risulta allora essere più simpatico Il ragazzo invisibile, testimonianza del temperamento eclettico di Gabriele Salvatores, capace di rendere ancora più magica e fantastica una città simbolo come Trieste, e di usare il fantastico per parlare di problemi reali come il crescere e il bullismo a scuola, mettendo il tutto al centro di un’operazione plurimediale con fumetto e letteratura.
D’altro canto, il primo, vero boom del fantasy al cinema non è di oggi, degli anni Ottanta, quando uscirono film come Conan il barbaro, Lady Hawke, Legend, Labyrinth, La storia infinita, che indicarono che il fantastico non era solo fantascienza. Il tutto senza dimenticare che due dei più grandi successi del fantasy di oggi passano dalla televisione, e sono le serie Once upon a time e Il trono di spade, aprendo la strada a quello che dovrebbe essere uno degli eventi dei prossimi mesi, la trasposizione su schermo della saga di Shannara di Terry Brooks.
Insomma, il fantastico piace, non lo si può negare, ma ci sono alti e bassi nella sua fruizione al cinema, che corrispondono ad una qualità non sempre all’altezza, e comunque, parlando di fantastico in senso lato, non si può non ricordare l’ottimo ritorno della fantascienza adulta e complessa con Interstellar nei mesi scorsi.
Non si conoscono i prossimi progetti di Jackson, c’è chi parla di un possibile adattamento anche de Il Silmarillion, né si sa per certo se Salvatores riprenderà le avventure de Il ragazzo invisibile, nei prossimi mesi sono in programma vari film di supereroi più che fantasy, in attesa della nuova saga di Star Wars a fine anno. Il tempo dirà come andranno e cosa aggiungeranno al genere questi nuovi titoli, in attesa di ulteriori novità e strade, alcune che saranno successi, altre fenomeni di nicchia e altre facilmente dimenticate.