Erri De Luca è uno scalatore, è un poeta, è uno scrittore, è un amante della lingua italiana, è un entusiasta della parola. Erri De Luca vive dentro la parola, non in quella che muta e che viene smentita o contraddetta poche ore dopo, ma in quella che resta, immutabile, seria, secca, assoluta. Erri De Luca crede fermamente che le parole facciano accadere le cose, per questo le oppone alla Tav – l’alta velocità ferroviaria – in Val di Susa: per fermare quello che lui ritiene un business criminale contro la salute e la vita degli esseri umani. Uno stupro contro la natura che giustifica il movimento No Tav a una legittima difesa in una valle militarizzata. Una resistenza: “La Tav va sabotata. Le cesoie sono utili perché servono a tagliare le reti”.
Questa è l’opinione di Erri De Luca. É un’opinione contraria alla realizzazione di un’opera pubblica ed esporla in Italia per lui è divenuto perseguibile penalmente. De Luca lo scalatore, il poeta, lo scrittore, è accusato di avere incitato al sabotaggio del cantiere.
Il processo a un uomo che ama la parola per il reato d’opinione è iniziato in questi giorni: “Il verbo ‘sabotare’ ha un’origine nobile – ha commentato lo scrittore – lo usava persino Gandhi. Io sono venuto qui perché voglio scoprire chi ho condizionato e a fare cosa con le mie parole e se sarò condannato non farò ricorso, quello che ho da dire è quello che ho già detto”.
Erri De Luca esiste attraverso la parola, per questo non può negarla o censurarla e nessun rinvio a giudizio, nessuna condanna lo costringerà a farlo. Ritenere che la parola contraria debba essere criminalizzata ancor più ferocemente se appartiene a un intellettuale è teoria estremamente pericolosa che fa tornare alla memoria tempi oscuri e oscurantisti.
L’istigazione a delinquere di cui lo scrittore viene accusato e per la quale rischia da uno a cinque anni, racconta in realtà che per lui custodire la terra è un credo, bisogna essere “all’altezza della terra e non del cielo”, questo è il compito dell’uomo, rispettare la natura vivendola come un ospite, come un privilegiato che ha la fortuna di goderne per un breve periodo di tempo, senza intaccarla, senza violentarla, proteggendola dalle oppressioni.
Per Erri De Luca – scegliendo le parole di un suo racconto – in Val di Susa nella lotta all’amianto della Tav “Il turno di notte lo fanno le stelle”.