L’appuntamento è oggi alle 11.30, alla sala stampa estera, a Roma, in via dell’umiltà, 83c. Ed è un appuntamento importante, perché è il seguito ideale della giornata di sciopero del giornale radio rai del 3 novembre scorso. Ricorderete la nostra protesta, contro la decisione dell’azienda di chiudere o ridurre o modificare diverse edizioni del gr2, del gr3 e di gr Parlamento. Di tagliare in sostanza l’informazione pubblica. Lasciando chi ascolta senza notiziari per diverse ore.
Un segnale molto preoccupante perché nel cuore di una fase di trasformazione profonda, e alla vigilia di un rinnovo della concessione di servizio pubblico tra lo Stato e la Rai che si annuncia complessa e controversa. Nell’organizzare lo sciopero pensammo subito che la nostra protesta dovesse essere accompagnata da manifestazioni pubbliche, che facessero conoscere le ragioni della nostra preoccupazione, del nostro disagio, e che non nascono certo da una difesa di privilegi. Anzi. Nascono dalla voglia di lavorare di più, di impegnarsi di più, nascono soprattutto dall’idea che l’informazione sia il cuore del servizio pubblico, e che meno informazione vuol dire meno trasparenza, meno consapevolezza, in ultima analisi democrazia più debole.
Di qui una giornata che vuole essere soprattutto un confronto con gli altri, con gli altri servizi pubblici, con le altre radio pubbliche. Che succede fuori d’Italia, negli Paesi europei? Come sta cambiando e qual è il futuro per l’informazione pubblica radiofonica in Europa?
Ci saranno i corrispondenti delle principali radio europee, ma ci saranno anche rappresentanti delle istituzioni, dei partiti, degli ascoltatori, dei consumatori, esperti di radio e di media in generale. E’ un incontro aperto alla cittadinanza, perché è assieme ai cittadini che bisogna costruire il modello di servizio pubblico più adatto a garantire qualità, pluralismo e informazione senza censure.