“Spazio in Rai all’informazione in Palestina”

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“Da circa un anno, abbiamo preso contatto con i vertici RAI, con l’AGCOM e con la Commissione Parlamentare di Vigilanza per portare alla loro attenzione la grave carenza informativa dell’Ente pubblico su quanto accade, quotidianamente, in Palestina, nonché di approfondimento dei vari aspetti della cosiddetta “questione palestinese”. Durante un incontro con i Consiglieri Colombo e Tobagi e attraveso uno scambio di e-mail con la Presidente RAI e con l’AGICOM, abbiamo avuto assicurazioni che il tema è considerato di grande importanza e all’attenzione dell’Ente, insieme a un elenco di servizi andati in onda nei TG, nei GR e nelle varie rubriche. Quello che noi non ravvisiamo nell’informazione RAI sulla Palestina è la completezza dei fatti e il pluralismo di voci”. A scriverlo è Marisa Conte a nome e per conto dei promotori della petizione “Spazio in Rai all’informazione in Palestina” promossa sul sito Firmiamo.it

“A parte qualche giornalista più sensibile, che pure incontra difficoltà a mandare in onda certi servizi, l’informazione offerta dalla RAI è troppo sbilanciata sulle posizioni del Governo israeliano, oltre che sporadica, rispetto all’incalzare degli eventi. L’ONU ha approvato, a grande maggioranza, una risoluzione che dichiara il 2014 “Anno di solidarietà con il Popolo palestinese”. Il testo incarica il Comitato per l’esercizio dei diritti inalienabili della Palestina di realizzare, quest’anno, una serie di attività, al fine di garantire la solidarietà con quel Popolo, in coordinamento con i Governi e con le organizzazioni sociali.
Noi chiediamo alla RAI di cogliere questa occasione, onorando questo evento così come fa con tutti gli altri simili, per colmare il vuoto, dedicando uno spazio informativo settimanale, nei radio e telegiornali e nelle rubriche idonee, all’approfondimento sia storico sia attuale della condizione a cui sono costretti i Palestinesi, a causa di un’occupazione illegale (dichiarata tale da tutti gli organismi internazionali, compreso l’ONU).
Per realizzare i servizi si possono utilizzare il documento di Amnesty International del 27 febbraio 2014 http://www.amnesty.org/en/library/info/MDE15/002/2014/en, i rapporti di Richard Falk, United Nations Special Rapporteur, sulla situazione dei Diritti Umani nei Territori Occupati dal 1967 e la documentazione sull’acqua e sulla condizione dei detenuti, raccolta da Rete Romana di Solidarietà con i Palestinesi.
Segnaliamo, di seguito, alcuni temi che vorremmo venissero trattati, oltre a suggerire l’acquisto e la messa in onda del film “Omar” di Hany Abu-Assad e il documentario “Five Broken Cameras” di Emad Burnat e Guy Davidi. Entrambe le opere sono state candidate agli Oscar.
Come ha dichiarato Phil Luther, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International: “Occorre inviare alle forze armate e alla polizia israeliane un messaggio forte: gli abusi non rimarranno impuniti.” e “Senza la pressione della comunità internazionale, la situazione non è destinata a cambiare, in tempi brevi.”.

Una missione adatta alla RAI, Ente pubblico.

– I detenuti palestinesi: le condizioni di vita nelle carceri israeliane, lo sciopero della fame. La Detenzione Amministrativa: uno strumento che consente di incarcerare i Palestinesi, senza fornire prove e senza avviare un processo. Per la liberazione di molti prigionieri si mobilitano anche personalità mondiali. L’ultimo caso è quello di Marwan Barghuthi
– le manifestazioni pacifiche che i Palestinesi organizzano, ogni venerdi, in tutti i villaggi, e che vengono duramente represse. I Comitati popolari
– il muro e la parcellizzazione della Palestina. Anche i villaggi vengono divisi in due.
– i coloni israeliani: loro funzione reale e la violenza delle loro azioni
– la giudeizzazione di Gerusalemme
– Striscia di Gaza: un lager a cielo aperto, chiusa com’è da terra e da mare. I pescatori vengono presi di mira dalla Marina israeliana, i contadini dall’Esercito, oltre ai continui raid aerei che fanno morte e distruzione. Con la chiusura del Valico di Rafah e la distruzione dei tunnel, da parte del nuovo Governo egiziano, mancano cibo, medicinali, gas, materiale da costruzione e nessuno può più entrare o uscire, salvo casi rari. Israele ripete, di continuo, la minaccia di una rioccupazione della Striscia
– il furto di risorse naturali palestinesi (gas, petrolio, acqua) da parte di Israele
– l’opposizione degli Israeliani all’occupazione: gli studenti che dicono no al servizio militare
– BDS: il bocottaggio economico, culturale e accademico come strumento di lotta
– antisemitismo e antisionismo: differenze
– la Cultura palestinese e le tante iniziative che si organizzano, in Italia e nel mondo
– fare informazione, in Palestina: il ruolo di giornalisti, fotografi e operatori e i rischi che corrono per documentare gli avvenimenti, senza tutele di organismi del settore
– le missioni internazionali per rompere l’assedio sulla Striscia di Gaza e porre termine all’occupazione illegale israeliana: il caso Mavi Marmara

La petizione è promossa da:
Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, onlus
Associazione Amici dei Prigionieri Palestinesi
Associazione per la Pace
Associazione Stelle Cadenti, Artisti per la Pace
Gruppo FB We are all on the Freedom Flotilla 2
Rete ECO – Ebrei Contro l’Occupazione
Sostengono la petizione (in o.a.):
Enzo Apicella (vignettista)
Associazione di Associazioni TDL Teatro del Lido
Associazione MUSIC for PEACE, onlus
DIMA, onlus
Freedom Flotilla Italia
Ken Loach
Moni Ovadia (scrittore, attore, regista)
Daniele Sepe (musicista)
Indirizzata a:
– Presidente RAI
– Consiglio d’Amministrazione RAI
– c.c. AGICOM
– c.c. USIGRAI
– c.c. Commissione Paramentare di Vigilanza


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