Roma può e deve confermare la sua tradizione di accoglienza e non può rassegnarsi al degrado e all’impoverimento progressivo delle sue periferie.
L’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo ‐ fra i quali si contano molte donne e minori ‐ è un dovere ineludibile per una società civile e per una comunità degna di questo nome ed è per questo che l’intero mondo del lavoro e dell’associazionismo si è mobilitato immediatamente, oltre che per sollecitare le istituzioni ai diversi livelli ad adempiere fino in fondo al loro compito, pure in una situazione nella quale si manifesta il disagio dei cittadini, italiani e romani, assolutamente comprensibile in un quadro di degrado e di povertà aggravati dalla mancanza del lavoro.
Non è ammissibile, difatti, che le diverse comunità di immigrati, che fuggono dalle persecuzioni e dalle guerre, non trovino nell’Europa e nello Stato italiano la garanzia prevista dai trattati e dalle normative internazionali. Sono troppi i ritardi con cui vengono svolte le procedure per rispondere alle richieste di asilo, con cui vengono gestiti i centri di seconda accoglienza (SPRAR). Come dimostra l’esperienza in altri campi d’intervento, è preferibile un sistema fondato su strutture di accoglienza di piccola entità, integrate nei territori e diffuse in tutti i municipi.
L’inclusione non è un problema di sicurezza, è un problema sociale e come tale va trattato. I fatti di Tor Sapienza sono emblematici da questo punto di vista e rischiano di creare un precedente pericoloso, innescando una dinamica secondo la quale alla violenza si risponde con l’arretramento dello Stato. Viceversa, proprio il ruolo dello Stato e delle istituzioni va rafforzato, partendo dalla qualità dei servizi pubblici erogati.
La violenza deve essere condannata sempre e comunque, così come è doveroso stigmatizzare il comportamento di quelle forze politiche che strumentalizzano il disagio e alimentano l’odio sociale.
La risposta al degrado delle periferie ‐ che denunciamo da anni ‐ non può venire dalla compressione dei diritti umani da esercitare a carico dei più deboli, bensì da politiche mirate volte alla costituzione di un tessuto sociale ed economico in grado di dare risposte permanenti ai cittadini. Roma non è soltanto una cartolina per turisti, ma è fatta di tante realtà, molte delle quali in sofferenza. Le istituzioni devono dare una risposta immediata al disagio sociale, facendo del tema delle periferie una priorità della propria azione politica, anche coinvolgendo tutti i soggetti sociali in un’azione corale, la sola che può creare coesione sociale.
Per le suddette ragioni e per rimettere al centro dell’agenda politico‐amministrativa il tema delle periferie – in cui le indiscutibili difficoltà legate al degrado sociale ed ambientale e le intolleranze di ordine razziale, rischiano di determinare una pericolosa implosione ‐ riteniamo doveroso richiamare le coscienze civili della città, le istituzioni, le associazioni e le comunità a focalizzare l’attenzione sulla centralità dei temi della coesione, dell’integrazione e dell’inclusione sociale, ponendosi, nel contempo, a garanzia di quel senso di sicurezza che soltanto un attento governo del territorio può fornire, in un clima di necessaria visione condivisa di superamento delle fragilità ed a tutela della cittadinanza nel suo insieme.
A tal fine il giorno 4 dicembre 2014 alle ore 18.00, i sottoscrittori del presente appello promuovono una fiaccolata che si svolgerà in piazza del Campidoglio per:
– condannare con fermezza ogni tipo di violenza;
– praticare la via del dialogo;
– fare proposte per superare l’emergenza e per governare in termini pianificati gli interventi per il prossimo periodo, da incentrarsi sul tema dello sviluppo, crescita, integrazione socio‐culturale;
– avviare concretamente un processo di recupero e riqualificazione delle periferie romane, così da riaffermare il valore di una Capitale accogliente e includente.
Il Comitato Promotore
Cgil, Cisl, Uil, Acli, Arci, Centro Astalli, Cnca, Comunità Sant’Egidio, Forum Terzo Settore, Libera, Fondazione internazionale Don Luigi di Liegro, Social Pride
Per inviare la propria adesione scrivere a costruiamolainsieme@gmail.com.