A sottolinearlo è Alessandro Radicchi, presidente dell’osservatorio sul disagio nelle stazioni e responsabile dell’Help center della stazione Termini. “Dovevamo partire l’8 dicembre ma per le indagini è tutto fermo. Assurdo che a farne le spese siano di nuovo i più deboli”
ROMA – “Dovevamo partire l’8 dicembre, per la prima eravamo pronti per tempo, senza emergenze dell’ultim’ora. E invece ad oggi è tutto bloccato, nessuno sta dirci niente. E intanto due giorni fa ad Ostiense è morta una persona in strada”. A denunciare i ritardi sulla partenza del piano per l’emergenza freddo a Roma, è Alessandro Radicchi, presidente di Onds, l’osservatorio sul disagio nelle stazioni. Lo stop è uno dei tanti contraccolpi dell’inchiesta Mafia Capitale, portata avanti dal procuratore Giuseppe Pignatone, che sta indagando i rapporti tra la cooperazione sociale romana, la politica e la criminalità organizzata. In attesa di controlli ed ulteriori accertamenti quindi anche il Piano pensato per le persone in difficoltà, i senza tetto e tutti coloro che vivono ai margini, resta in stand by.
Il presidente dell’Onds, responsabile anche dell’Help center della stazione Termini di Roma, collegato al centro diurno Binario 95, spiega che l’assessorato alle Politiche sociali aveva chiesto alle strutture una disponibilità di posti dal 15 novembre al 30 aprile. Poi siccome le condizioni meteo erano favorevoli si era deciso di far partire il piano con qualche settimana di ritardo. La data prevista era per l’8 dicembre. Ma nel frattempo le carte dell’inchiesta hanno bloccato tutto. “Eravamo tutti pronti, e ora nessuno sa cosa fare né cosa dire agli utenti, che sono persone in grave difficoltà – spiega Radicchi -. Prima non si controllava nulla ed era sbagliato. Ora per controllare si blocca tutto ma è altrettanto grave. Siamo doppiamente in scacco di una mala gestione, è incredibile. Già ci sono pochissimi posti a Roma, se neanche quelli mettiamo a disposizione è la fine. Intanto a Roma è arrivato il freddo, speriamo che non servano altri morti per convincere l’amministrazione a mettere a disposizione i posti per chi non sa dove andare a dormire”. (ec)