BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Caro Renzi, non ti permetto più! Pd, maggioranza e minoranza a confronto. Berlusconi licenzia.

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Assemblea nazionale del Pd al Parco dei Principi e contrapposizione, netta, tra maggioranza e minoranza Pd. Sullo sfondo l’inchiesta Mafia Capitale. Un inchiesta che avrà altri sviluppi, che fa tremare i palazzi romani. Ma lo scontro interno è sulle riforme, sul jobs act, sul rapporto tra il partito e i sindacati che hanno scioperato in Piazza. Matteo Renzi fa partire il suo ragionamento sugli ostacoli che la minoranza dem pone sul percorso di governo del pd.

Il giorno prima da Bologna lo stesso Pippo Civati, che ha incontrato i suoi, aveva avanzato per la prima volta lo spettro della scissione. Lega il ragionamento, come Gianni Cuperlo, alle istanze di cui quelle aree sono portattrici. Temi e proposte con le quali hanno raccolto consensi elettorali e che sono “altro” rispetto all’attività di governo della maggioranza di partito al Governo.

Ma ad attaccare duramente Matteo Renzi all’assemblea Nazionale è Stefano Fassina

Così poi, nella replica, Renzi risponde essenzialmente a loro. Siamo diversi dalla Cgil, afferma il premier, abbiamo ruoli diversi e il diritto di veto non esiste più. “Fanno sciopero generale con noi, parlano di resistenza, ma non fecero sciopero generale quando si approvarono leggi sulla precarietà. Faccio un lavoro diverso da quello del sindacato, io devo governare.”. Si scorda, Renzi, delle manifestazioni della Cgil. Ma poi prosegue sulla vita interna al partito. “Oltre a contenderci il passato dobbiamo contenderci il futuro. Non credo che ci siano delle caricature. Credo che sia bello discutere ma credo che il principio che dopo aver discusso si decide sia da rispettare. Non sono affezionato ad un profilo di obbedienza, l’obbedienza non è una virtù. – afferma – Si sta insieme sul principio di lealtà”.

E torna alle scadenze. Legge elettorale entro gennaio in aula. Riforma Costituzionale da giovedì discussione alla Camera e poi da gennaio, dice “chiuderemo”. La riforma della scuola. I decreti sul Jobs Act, il decreto Taranto nel consiglio dei ministri precedente al Natale. E ha rassicurato. Nessuno vuole andare alle elezioni.

Intanto Silvio Berlusconi interviene nella discussione e, in una telefonata pubblica ai suoi, afferma che nel Patto del Nazareno c’è anche l’accordo per il capo dello Stato. Tra le conseguenze «logiche» del Patto del Nazareno stretto tra Pd e FI c’è anche il fatto che, afferma – «non potrà essere eletto un capo dello Stato che a noi non sembri adeguato all’alta carica istituzionale che deve ricoprire». Poco prima l’assise democratica aveva dedicato una standing ovation per Napolitano. E il vice segretario del Pd, Deborah Serracchiani smentisce immediatamente Berlusconi. “Non c’è nessun accordo di questo tipo”.

E’ anche la giornata del coming out di Giorgia Meloni. Parla della vicenda Mafia Capitale, dice che Gianni Alemanno ne uscirà pulito, attacca Ignazio Marino e poi, quando i suoi sono carichi, afferma che nel momento in cui il Pd rinuncerà a Marino lei sarà pronta ad essere candidata a sindaco per il suo partito.

Giovanni Toti, intervistato da Rainews24, rispetto alla sua candidatura risponde “Perchè no”. Angelino Alfano ospite di Lucia Annunziata affossa la candidatura. Nonostante il suo rapporto di affetto con Giorgia meloni dice: “E’ alleata di Matteo Salvini“. Non c’è verso: Alfano quando vede verde diventa un toro!

P.S. – Sono partite le procedure di licenziamento per 55 dipendenti di Forza Italia. Tra questi ricordiamo anche Roberto Gasparotti, l’uomo di riferimento per tutti quei giornalisti che cercavano notizie e contatti col premier. L’uomo di Berlusconi. Quello del collant sulla telecamera per il primo video, quello della discesa in campo. In molti faranno vertenza. La lettera è stata firmata dalle tesoriera, Maria Rosaria Rossi. Del resto, con la nuova legge per finanziare i partiti, Berlusconi non potrà più offrire donazioni liberali da 15 milioni di euro, come l’ultima. Ma potrà spendere e donare alla causa direttamente 100mila euro all’anno. Non un euro di più. Gli eredi tirano un sospiro di sollievo. I dipendenti si preparano a fare vertenza!


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