La richiesta di “prendere atto delle mie dimissioni irrevocabili da socio dell’Associazione e del mio desiderio che si ponga termine ad iniziative quali il Premio alpi, di cui non è più ravvisabile alcuna utilità”. E’ quello che scrive la madre di Ilaria Alpi, Luciana Riccardi Alpi (nella foto), in una lettera inviata ai vertici dell’Associazione ‘Ilaria Alpi’ e del ‘Premio Ilaria Alpi‘, oltre che al sindaco di Riccione e all’assessore alla Cultura dell’Emilia-Romagna. “Pur non avendo un ruolo formale nella vostra associazione e nell’organizzazione del Premio Alpi – scrive nella lettera – ho sempre sentito il dovere di seguire la vostra attività e possibilmente collaborarvi, specialmente nei rapporti con l’esterno, al fine di garantirne la rispondenza agli ideali di mia figlia”. Inoltre, prosegue la signora Alpi, “questo impegno con l’andare degli anni è divenuto particolarmente oneroso, anche per l’amarezza che provo nel costatare che, nonostante il nostro impegno, le indagini in sede giudiziaria non hanno portato alcun risultato”.
“Le dimissioni di Luciana Alpi, come ha ben sottolineato anche Maria Angela Gritta Grainer, sono in primo luogo un atto di sfida contro chi, in questi venti anni, ha fatto di tutto per depistare ed impedire la ricerca della verità sugli esecutori e soprattutto sui mandanti dell’assassinio di Ilaria e Miran Hrovatin”. Lo affermano in una nota Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21. “La risposta a Luciana Alpi deve arrivare in primo luogo dalle istituzioni, dalla politica, dalla magistratura, da chi ha il dovere di ” Illuminare” un delitto che ha goduto di troppe protezioni ed omissioni, ieri come oggi. Ci auguriamo, infine, che il Premio Ilaria Alpi, nei modi e nelle forme che i suoi promotori decideranno insieme a Luciana, possa continuare a vivere perché ha rappresentato e rappresenta un patrimonio civile per chi continua coltivare i valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione”.