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Il Sindaco Marino a Berlusconi: “Sta scontando una pena, non posso ascoltare prediche da quel pulpito”

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La magistratura insegue una maxitangente destinata ad un parlamentare che, per ora, non ha nome e volto. Di questo parla, prima dell’arresto,  il ‘nero’ Carminati. Ma di quel nome nulla trapela, mentre si iniziano ad ipotizzare le vie di fuga dei soldi raccolti dalla gang criminale. Svizzera o Sud America, le destinazioni di molte migliaia di Euro, frutto dell’illegalità della super-banda che aveva al soldo politici, manager, colletti bianchi e noti pregiudicati. Ma le attenzioni degli investigatori si concentrano soprattutto sul nome del parlamentare che avrebbe avuto in dote la maxi-tangente. A nulla sono valse le intercettazioni dei carabinieri del Ros. Nulla è trapelato sull’identità che porterebbe ad un terzo livello, fino ad ora sconosciuto e che potrebbe portare a sviluppi più che clamorosi. Se in questa domenica, che dopo giorni di pioggia ha regalato a Roma una timida giornata di sole, praticamente nulla si è registrato dal fronte squisitamente giudiziario, molto c’è da dire invece da quello politico, con un Sindaco Marino, che si è tolto le vesti della vittima sacrificale, per andare all’attacco e portare il suo piccolo esercito al contrattacco e lo fa impegnandosi su più fronti e contro più avversari. Marino, cerca di mettere paletti utili ad arginare l’ondata crescente di attacchi sferrati contro la sua Amministrazione. Nelle repliche del Sindaco, tra i primi obiettivi, proprio Silvio Berlusconi che, da ex Cavaliere, ex Presidente del Consiglio e soggetto posto ai vincoli della Giustizia per aver commesso reati, pensava di cavalcare l’onda lunga del giustificato malessere popolare, puntando, insieme a Grillo e Casaleggio, a disarticolare Roma Capitale, e ottenere, incredibile ma vero, o la cacciata di Marino per mafia ed il conseguente scioglimento dell’Amministrazione, o, in alternativa le dimissioni del Sindaco e dunque il voto anticipato. Stessa cosa vale per i Consiglieri comunali 5Stelle che avevano aperto a Marino, almeno quanto a collaborazione, per poi fare immediatamente marcia indietro, raccogliendo i ‘consigli’ del ‘Grillo’ stanco e del Casaleggio ‘annoiato’. Ma questa domenica, va detto, è stata la giornata della riscossa ‘mariniana’, il Sindaco si è letteralmente scatenato nella difesa del suo lavoro e della sua amministrazione. Una prima stoccata è andata a colpire e ferire il pregiudicato Berlusconi, che da buon smemorato, non ricorda quanto accaduto nella sua Milano con lo scandalo dell’Expo, ed allora pensa bene di spostare l’attenzione su Roma. Su questo Marino ha detto la sua in maniera ineccepibile: “Lei ha mai sentito parlare il leader di Forza Italia? In questo momento sta scontando una pena ed era il presidente del Consiglio che su richiesta del suo ministro degli Interni, per provata presenza e controllo mafioso di un Comune del Lazio, si rifiutò di procedere allo scioglimento di quel Comune, quello di Fondi. Le sembra sia questo il pulpito da cui io debba ascoltare delle prediche?”. Poi il Sindaco afferma che, comunque, sarebbe disposto ad un passo indietro, ma solo di fronte a ben altra autorità: “Se Papa Francesco mi fa un sermone dal pulpito io mi inchino e rifletto. Se me lo fa una persona che, con tutto il rispetto sta scontando una pena (Silvio Berlusconi, ndr), devo dire che lo prendo con misure diverse”. Quanto all’inchiesta Marino difende la parte sana della città di Roma: “Mi rifiuto di avvalorare l’idea, come molti stanno facendo in questi giorni, che Roma sia una città di mafiosi. Prima c’era la ‘Roma ladrona’, adesso c’è la ‘Roma mafiosa’. Questa città ha 3 milioni di abitanti e la stragrande maggioranza sono persone perbene che in questo momento soffrono soprattutto per la crisi economica, spesso per la mancanza di lavoro e per la difficoltà di trovare un alloggio a un prezzo compatibile con il proprio salario. Questa è la Roma che conosco”. Ed ancora sulle sue intenzioni politiche: “Ma secondo voi ho affrontato un anno e mezzo di cambiamenti così radicali per poi dire ‘ho scherzato adesso vado alla spiaggia’? Il Comune è sano, la stragrande maggioranza dei dipendenti sono persone perbene come anche la mia giunta. In questo momento non credo ci sia il pericolo di infiltrazione mafiosa nell’amministrazione .Io posso dare un giudizio da sindaco, non tecnico. Non è ancora iniziata la valutazione da parte del Prefetto delle carte”. Poi va giù duro con chi faceva parte del sodalizio criminale che ha lucrato sui servizi di Roma Capitale: “Con noi gli affari sono finiti. Si vergognino e se ne vadano da questa città. Noi stiamo dall’altra parte”.
Marino, poi, non si è chiamato fuori dalla polemiche che toccano il Pd: “Il mio partito, attraverso la mia guida di questo Comune, una responsabilità se la sia presa. Mandare a casa tutti i consigli di amministrazione, chiudere la discarica di Malagrotta, fare tutte le denunce possibili alla Procura della Repubblica su ogni cosa che sospettavamo illecita, essere io andato dal presidente Cantone per sottoporre tutti gli appalti sui quali pensiamo che anche lontanamente possa esserci una opacità. Credo che questa sia una guida che mi sono assunto e mi sento di portare avanti. Non do giudizi morali sul partito, sulle persone. Matteo Renzi ha deciso di avere un commissario nel partito della città di Roma. Credo che i giudizi il partito se li possa dare da solo al proprio interno”. Poi il Sindaco ha smentito la possibilità di un arrivo in Giunta di Giancarlo Caselli: “ E’ un caro amico con cui ho parlato in questi giorni, una persona con cui ho un’amicizia antica di quasi 18 anni e a cui ho l’abitudine di chiedere consiglio. In questo momento non credo ci sia un trasferimento del procuratore Caselli a Roma”. Ed a proposito di magistrati ed ex magistrati, una valutazione anche sul Procuratore Pignatone, che più volte è stato contattato dal Sindaco Marino: “Spero che, attraverso il percorso che il procuratore sta portando avanti con molta determinazione e certamente appoggiato da questo Comune, ciò che è stato sottratto al pubblico, così come avvenuto in altre circostanze, possa essere restituito ai cittadini e utilizzato nel loro interesse”. Infine sulla scorta e rivolgendosi ai giornalisti presenti al ‘Factory 365’ dei Giovani Democratici, fa una richiesta di soccorso: “In questo momento la scorta siete voi. Se tentano di farmi qualcosa, fanno prima male a voi”. Ed ancora: “Il Prefetto non è il mio papà.
“Ho visto che le persone erano molto contente di vedermi in giro per la città. Ho ricevuto tante parole di sostegno, di supporto, urla ‘Resisti, siamo tutti con te. Credo sia giusto farsi vedere nella normalità in una città che non è mafiosa ma che ha subito degli schiaffoni violenti da persone criminali”.

Luigi Sanbucini

Da jobsnews.it


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